L’Umbria è pronta per un salto i qualità su ambiente e agricoltura

Importanti decisioni del Consiglio regionale prima della pausa estiva

Il Consiglio regionale dell’Umbria è andato in vacanza ma nell’ultima seduta utile prima della pausa estiva ha esaminato questioni rilevanti per l’ambiente e l’agricoltura.ELETTROSMOGE’ stata approvata, per la seconda volta, la legge regionale sull’elettrosmog, bocciata dal Governo e tornata in commissione per alcune modifiche. Ha votato a favore la maggioranza di centrosinistra mentre la minoranza si è astenuta. Sono stati in parte accolti i rilievi del Governo. Sul cosiddetto principio di giustificazione, cioè sull’obbligo previsto a carico dei gestori di dimostrare le ragioni obiettive della indispensabilità di creare nuovi impianti, il Consiglio ha ritenuto di insistere perché – ha detto l’assessore Danilo Monelli – molto spesso le frequenze vengono occupate senza necessità tecniche ma per seguire interessi di accaparramento e, quindi, di speculazione su un bene pubblico, “tutto il contrario, quindi, della trasparenza del mercato e della libera concorrenza”. Dal principio di giustificazione vengono comunque esclusi gli impianti radiofonici che fanno parte di un piano nazionale regolato dal governo. Tra le “aree sensibili” – dove non si possono installare gli impianti – non vengono comprese le strutture ricreative e sportive accogliendo così una indicazione del Governo. Ma secondo il verde Carlo Ripa di Meana campi di gioco, parchi e multisale sono ormai luoghi dove la gente si ferma per più di quattro ore, quindi anch’essi a rischio. La maggioranza ha ritenuto però di accogliere i rilievi del Governo per non rischiare la seconda bocciatura della legge. Soppressa anche l’istituzione di un fondo regionale per finanziare azioni di tutela dell’ambiente al quale avrebbero dovuto contribuire anche le aziende concessionarie. Il Consiglio ha mantenuto invece la posizione sulla valutazione di impatto ambientale, la questione di principio più forte (“la tutela del territorio spetta alla Regione”) posta dalla Giunta e dai gruppi di maggioranza nei confronti del Governo che non aveva accolto questo articolo. La maggioranza ha confermato la necessità di una verifica di impatto ambientale almeno sugli impianti di telefonia mobile, escludendo quelli di radiodiffusione in rispetto alle prerogative statali sul piano nazionale delle frequenze. Sulla legge c’erano state le relazioni, per la maggioranza, di Edoardo Gobbini che ha illustrato le modifiche apportate alla legge ricordando che “la nostra è la prima Regione a tentare una regolamentazione dove si incrociano molte competenze locali e nazionali” e, per la minoranza, di Pietro Laffranco che ha sottolineato come l’esigenza fondamentale “sia quella di evitare un braccio di ferro con il governo che potrebbe portare la legge davanti alla corte Costituzionale perdendo così due o tre anni”. RIFIUTIL’assemblea di palazzo Cesaroni ha affrontato anche il tema ‘caldo’ del piano regionale dei rifiuti approvando anche una risoluzione votata all’unanimità. Dalla relazione presentata da Francesco Zaffini (An), presidente della commissione controllo, al termine dell’indagine svolta da questo organismo consiliare sull’argomento, è emerso che “il vecchio piano non regge più le attuali esigenze di tutela dell’ambiente e della salute pubblica”. L’indagine della commissione regionale ha accertato che prima del 1987 (quando entrò in vigore l’attuale piano rifiuti) le discariche in Umbria erano 94, scese a 17 dopo qualche anno. Ora sono 7. Adesso sono in funzione anche tre impianti di compostaggio e due stazioni di trasferenza. La percentuale di raccolta differenziata raggiunge quasi il 13 per cento in Umbria, mentre il decreto Ronchi fissa l’obiettivo al 25 per cento per l’anno prossimo. ”Particolare apprensione”, dal punto di vista ambientale, suscita la situazione della conca ternana, “per il grado di deterioramento ambientale dovuto alla concentrazione degli impianti in un’area prossima ai bacini di coltivazione e di sfruttamento delle acque minerali”. Se il Consiglio analizza la situazione dei rifiuti umbri, è praticamente pronto il nuovo piano regionale predisposto dalla Giunta che si basa su tre concetti principali: produrre meno rifiuti, aumentare la percentuale di raccolta differenziata, produrre compost di qualità. L’assessore regionale Monelli illustrando il piano – forse sarà discusso a settembre – ha ricordato che “l’Umbria è pronta per un ‘salto di qualità’ sul versante rifiuti, “ma è una battaglia da combattere tutti insieme”. A partire, appunto, dalla necessità di produrre meno rifiuti. Nel ’99 in Umbria si è toccata quota 430 mila tonnellate: “davvero troppe”, per Monelli. Si intende far scendere la produzione solo del 2,5 per cento nel 2001, rispetto ad un 2,8 nazionale. Altro obiettivo, l’aumento della percentuale di raccolta differenziata, dal 12 per cento attuale al 25 per cento nel 2002. Monelli ha parlato in proposito di “battaglia culturale”, che comincerà prima di tutto nelle scuole, ma sarà sostenuta anche da campagne di informazione e da una serie di corsi professionali per i tecnici comunali. Sulle discariche, Monelli ha sottolineato che “quelle attuali, specie se diminuirà, come vogliamo, la produzione di rifiuti, sono ancora sicure per molti anni”. Per la termovalorizzazione, Monelli ha rilevato che le tonnellate da destinarvi sono 70 mila: a Terni – ha detto – non è possibile fare un impianto che serva tutta l’Umbria. La proposta della Regione è che l’impianto dell’Asm di Maratta continui a smaltire le attuali 37 mila tonnellate di rifiuti, e che le restanti 33-35 mila in provincia di Perugia possano essere trasformate in combustibile industriale. TERRITORI MONTANIIl Consiglio ha inoltre approvato un provvedimento di “integrazione alla legge sui territori montani e modifica della legge regionale”. Il provvedimento introduce un meccanismo che consente di graduare in tre anni gli effetti derivanti dalla legge regionale n. 19 del 2000. Si introduce così un meccanismo che consente di graduare nel periodo – tre anni – gli effetti derivanti dall’applicazione di una norma contenuta nella legge regionale. Ci saranno così spostamenti di fondi da enti che attualmente hanno esubero di dipendenti di ruolo ad enti che ne hanno meno, con conseguenti gravi difficoltà finanziarie per i primi. Approvate anche le leggi per “l’incentivazione dell’uso della fertilizzazione organica ai fini della tutela della qualità dei suoli agricoli” e per le risorse genetiche autoctone di interesse agrario che si propone la salvaguardia degli ecosistemi e della produzione di qualità.

AUTORE: Romano Carloni