Luogo di cura e di conforto

A Pantalla l’inaugurazione del nuovo ospedale. Le parole dell’arcivescovo mons. Marra

Sabato scorso a Pantalla, in un clima di festa, il nuovo ospedale della Media Valle del Tevere è stato inaugurato ufficialmente dalla presidente della Regione, Catiuscia Marini, dagli assessori regionali, dai sindaci del territorio e dai dirigenti amministrativi, sanitari, parasanitari, e da prestigiosi nomi del mondo scientifico, della cultura intervenuti alla cerimonia. In questa circostanza l’arcivescovo mons. Giovanni Marra, amministratore apostolico della diocesi di Orvieto-Todi, accolto dalla presidente della Regione, Marini, e dal direttore generale dell’Ausl 2, Legato, prima di benedire la nuova struttura ha rivolto un breve indirizzo di saluto ed ha espresso vivo compiacimento per l’opera realizzata nel territorio e che rende più moderno ed avanzato tecnologicamente il servizio alla popolazione. “Sono venuto per benedire questo nuovo ospedale – ha detto il presule -, quanti in esso sono chiamati a svolgere la loro opera e coloro che saranno accolti per essere curati. Il Vangelo di Matteo – ha poi ricordato- descrive quale era lo stile dell’evangelizzazione di Gesù. Questi insegnava e predicava la buona novella del Regno, curando ogni sorta di malattia e infermità nel popolo”. Mons. Marra ha poi ricordato come Gesù richieda grande attenzione per i malati, fino a dire nel discorso sul giudizio universale: “Ero malato e siete venuti a visitarmi” e ancora “ogni qualvolta avete fatto questo ad uno dei miei fratelli più piccoli l’avete fatto a me” . Gesù stesso si identifica nel malato. “Ho citato il Vangelo – ha poi detto – mi piace ora citare anche la Costituzione della Repubblica italiana che, nella parte riguardante i diritti, è tra le più complete del mondo allorquando recita: ‘La Repubblica tutela la salute come diritto fondamentale dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce la cura gratuita agli indigenti’. La piena attuazione di questo diritto – ha soggiunto mons. Marra – si è avuta negli anni 70 con l’introduzione del Servizio sanitario nazionale. Questo ospedale si colloca nell’ambito di questo Servizio… Sul piano della umanizzazione della medicina e della vita ospedaliera si sono fatti grandi progressi, ma molto resta ancora da fare. A tal fine importanti sono l’assistenza spirituale e religiosa richiesta dai malati e l’apporto dei volontari, come previsto dai rapporti tra Stato e Chiesa e anche dalle Intese regionali con la Conferenza episcopale umbra. In questo contesto della umanizzazione della vita ospedaliera, benedirò un simbolico numero di crocifissi per essere collocati nelle stanze dei degenti, e altri saranno messi a disposizione dell’ospedale, secondo necessità. Di grande significato – ha evidenziato mons. Marra – è la collocazione dei crocifissi nei locali dell’ospedale, perché il Cristo crocifisso esprime la nostra comune identità italiana, per cui noi credenti o non credenti, praticanti e non praticanti, ‘non possiamo non dirci cristiani’ (Benedetto Croce). Inoltre il Crocifisso esprime il massimo della sofferenza umana, ma anche il massimo del conforto e della speranza della guarigione, confidando non solo nella guarigione ma anche nell’aiuto di Dio, secondo il senso religioso della maggioranza della nostra gente. Per ultimo – Mons. Marra avviandosi alla conclusione ha detto – auspico che, alla già definita denominazione geografica dell’ospedale ‘Media Valle del Tevere’, venga anche dato un nome carico di valenza morale e spirituale”. Dopo aver ricordato che sono stati fatti i nomi di san Benedetto da Norcia, di Madre Speranza, fondatrice dell’opera dell’Amore Misericordioso di Collevalenza, ha citato la proposta emersa del beato Giovanni Paolo II, che le popolazioni della Valle del Tevere hanno conosciuto personalmente, avendo attraversato più volte la Valle del Tevere per visitare Perugia, Assisi, Terni, Collevalenza, Todi e Orvieto, ed ha auspicato che “tutto si svolga serenamente e, se possibile, sollecitamente”.

AUTORE: Antonio Colasanto