Madri Coraggiose

Esperienze di donne che grazie ai Cav hanno accolto la maternità e l’hanno affrontata con gioia e slancio

È difficile che a parlare di aborto siano le donne che lo hanno vissuto. Se ne possono capire le ragioni, tra le quali, non ultima, la consapevolezza di aver compiuto un atto oggettivamente deplorevole anche se legale. Quello che colpisce è che lo stesso silenzio si è registrato tra le donne che hanno rinunciato ad abortire potendo contare su un sostegno umano, psicologico ed economico. Un silenzio dettato dal riserbo, certamente, ma forse anche dal timore di non essere comprese dall’opinione pubblica. Per questo è apprezzabile la semplicità e serenità con cui alcune ragazze, italiane e straniere, hanno raccontato la propria esperienza davanti alla telecamera, accettando che il video fosse pubblicato su Youtube (raggiungibile da www.mpvumbria.org) con il titolo “Grazie per la vita”. Sono testimonianze che, senza negare le difficoltà incontrate ed ancora presenti, si concludono con un grazie sincero per chi le ha aiutate ad accogliere la nuova vita che stava crescendo in loro. Quante altre donne avrebbero desiderato un aiuto? Non lo sappiamo. Secondo la Relazione annuale del ministro della Salute sull’attuazione della legge 194, nel 2008 1.918 donne hanno abortito nelle strutture sanitarie umbre. Nello stesso anno i nati sono stati 7.822 e i morti sono stati 10.202. Così la nostra regione invecchia sempre più. Giuliana ha fatto una scelta. Quando tre anni fa sua figlia, allora diciottenne, le ha comunicato di essere incinta, Giuliana si è sentita crollare il mondo addosso. Frastornata, confusa ma innamorata della vita come è, non sapeva trovare le parole per aiutare sua figlia, per non lasciarla sola, anche perché il padre del bambino non ha voluto entrare in gioco… È stato quello il momento in cui Giuliana si è rivolta al Centro di aiuto alla vita di Perugia, dove le volontarie, sempre accoglienti e pronte a fronteggiare qualunque richiesta in favore e in sostegno della vita, le hanno saputo donare lo slancio per affrontare e amare, assieme a sua figlia che poi è diventata mamma di un bellissimo bimbo, questa nuova, impegnativa avventura. Un anno dopo questo fatto a Castel del Piano, dove Giuliana risiede, il parroco don Francesco Buono ha manifestato la volontà di aprire un Centro di aiuto alla vita nella parrocchia. Giuliana si è sentita da subito “chiamata” all’impegno in questa nuova realtà che tende la mano alla vita nascente. A Castel del Piano il Centro di aiuto alla vita è una realtà ormai da due anni, e moltissime sono state le donne e le coppie aiutate a portare avanti una gravidanza non attesa o non desiderata in questo periodo di tempo. È il caso di Murcia, giovanissima africana, studentessa in Economia che, dopo un anno dall’arrivo in Italia si è trovata in attesa di Giorgia. “All’inizio – racconta – ho avuto paura, ma poi ho incontrato subito Giuliana e le altre volontarie del Centro di aiuto alla vita di Castel del Piano. Loro non mi hanno mai lasciata sola, mi accompagnavano anche alle visite mediche, sono state con me persino la notte del parto e io mi sono sentita davvero come in una famiglia”. Anche Fernanda, proveniente dal Sud America per studiare in Italia, neanche ventenne si è trovata a dover affrontare da sola una gravidanza che proprio non si aspettava. “Il Cav ed in particolare Giuliana sono stati una benedizione nella mia vita: ho visto in chiesa il manifesto del Centro e subito, quando sono rimasta incinta, mi sono rivolta a loro. Prima avevo una grande paura che questo figlio mi potesse ostacolare nell’andare avanti nella vita. Grazie alla vicinanza di persone come Giuliana, che per me è come una mamma, adesso sento che è il mio piccolo Sebastian che mi da la forza di andare avanti. È per lui che voglio lottare”. “Isabel è nata da una relazione che ho avuto con suo padre – racconta Fiorenza – che però, davanti alla mia gravidanza, ha ritenuto di non voler fare il padre. Ho passato dei momenti molto difficili e mi sono sentita davvero sola. Poi ho letto su un giornale dell’esistenza di un Centro in aiuto delle mamme in difficoltà, ho chiamato e subito sono stata accolta. Avevo bisogno di parlare con qualcuno e lì mi hanno aiutato a fare la scelta giusta. Un figlio è un miracolo!”. Michela ha invece incontrato nel momento più difficile della sua vita il Cav di Perugia: “Nel momento in cui aspettavo il mio bambino, la gravidanza era già avanti. Ho trovato lì il sostegno anche economico per portare avanti la gravidanza. Successivamente ho ancora avuto sostegno dal Cav quando il padre di mio figlio e io ci siamo lasciati e io mi sono ritrovata improvvisamente senza lavoro”. Per Michela, Fernanda e Murcia, così come per altre dieci donne segnalate dai Cav di Perugia e dall’Associazione Papa Giovanni XXIII, è stato attivato – con il finanziamento della Fondazione Cassa di risparmio di Perugia – un importante progetto di reinserimento sociale e lavorativo. Questo percorso, condotto in collaborazione con partner qualificati come la cooperativa Frontiera lavoro, dura un anno e mezzo e ha già visto una periodo di preparazione “in aula” per queste madri in difficoltà, che ha permesso di ricostruire una identità lavorativa in base alle specifiche capacità o alle precedenti esperienze lavorative di ognuna. È in corso ora un periodo di stage retribuito in aziende selezionate, con la speranza che queste mamme possano poi anche inserirsi nel mondo del lavoro in maniera definitiva, e avere così la possibilità di essere autonome nel sostentamento della propria famiglia.

AUTORE: Maria Rita Valli, Mariangela Musolino