Mons. Gori: così le manifestazioni della devozione popolare esprimono la fede

I riti della tradizione ad Assisi

Settimana ricca di riti, quella che prepara la pasqua. Ne parliamo con mons. Orlando Gori, vicario generale della diocesi. Giudica sovrabbondanti i riti che accompagnano in Assisi le celebrazioni pasquali?”Le celebrazioni pasquali sono il cuore della vita ecclesiale; non si fa mai troppo per renderle dignitose a vantaggio dei residenti e degli stessi turisti e pellegrini”. La deposizione del Cristo Morto che si svolge il Giovedì santo a S. Rufino risponde solo ad un atto devozionistico? “Risponde all’esigenza popolare di riprodurre in modo plastico un evento che tocca profondamente i credenti, perché dalle sue piaghe siamo stati guariti”. Lei da anni aiuta a deporre il Cristo in croce dall’altare al cataletto rivestito di veli neri. Avverte un’emozione? “Penso con stupore alla frase di san Paolo: Cristo mi ha amato e ha dato se stesso per me”. Il bacio al Cristo deposto coinvolge tanti fedeli, ma in verità anche persone lontane dalla religione e dalla Chiesa: come spiega il fatto? “Sorprende sempre vedere accostarsi al Cristo nella penombra le persone più disparate. Si tratta del richiamo misterioso che intercorre tra il Salvatore e il peccatore. Poi solo Dio sa cosa passa nel cuore dell’uomo”. L’allestimento dei “sepolcri” e la visita agli stessi rappresentano usanze antiquate? “La denominazione sepolcri è superata e deviante. La realtà è ben altra. Lì non c’è il sepolcro, ma il corpo reale di Gesù immolato per noi e veramente presente sotto le specie eucaristiche”. Per quale motivo una folla immensa segue la processione notturna del Cristo Morto dalla cattedrale di S. Rufino alla basilica di S. Francesco (e ritorno)? “Accanto al fascino folcloristico ed estetico e alla spinta della curiosità, di sicuro c’è una folla silenziosa ed attonita che è pervasa di sentimenti, di compunzione e di attaccamento al Signore, e che sfida ogni anno il buio, la pioggia, il freddo e la calca”. Non le sembra lodevole la partecipazione delle confraternite?”Le confraternite partecipano al completo e alcuni dei loro membri, ad esempio i cruciferi, con notevole sacrificio”. I riti pasquali che si celebrano nella diocesi aiutano la fede? “I riti pasquali per loro natura esprimono la fede e comunicano la vita divina al massimo grado. Mi riferisco ai riti liturgici, ma anche alle manifestazioni della devozione popolare, quando derivano dalla liturgia e con essa sono armonizzate”.

AUTORE: Francesco Frascarelli