È’ arrivata tutta coperta da un involucro bianco, la Madonna con Bambino. Si è svelata agli occhi dei giornalisti, raccolti martedì 6 ottobre nella sala Podiani della Galleria nazionale dell’Umbria, un po’ per volta scortata da due carabinieri e dalla soprintendente Vittoria Garibaldi. Era stata rubata nella notte tra il 10 e l’11 marzo 1981 dalla chiesa parrocchiale di Castiglion Fosco e poi ritrovata nel 2006, in una località rivierasca del lago di Garda nella provincia di Brescia, nella villa di una ricca signora tedesca. Da tre anni era in custodia presso il magazzino della Soprintendenza. Brava è stata la storica dell’arte Laura Teza che l’ha riconosciuta in un catalogo; così l’antica statua in legno policromo (alta 110 cm), di stile bizantino, risalente alla fine del XIV secolo, potrà ritornare presto nella chiesa di Santa Croce a Castiglion Fosco di Piegaro. Presenti al dissequestro anche il parroco don Fabio Fiorini e l’avvocato Simone Pillon, che ha curato gli interessi della comunità parrocchiale. Prima del suo ritorno in parrocchia, forse dopo l’8 dicembre “se non in gennaio”, – ha detto don Fiorini – la Madonna sarà la protagonista della mostra “All’ombra di Sant’Ercolano. Sculture lignee tra Medioevo e Rinascimento nella diocesi di Perugia” che è stata inaugurata giovedì 8 ottobre nei locali della sala del Dottorato, nel chiostro della cattedrale di San Lorenzo. Insieme a lei saranno esposte altre quindici opere di scultura inedite (tra la fine del XIII sec. e l’inizio del XVI sec.), di notevole pregio, provenienti da edifici religiosi della diocesi. L’esposizione, promossa dal Capitolo della cattedrale, patrocinata dalla Soprintendenza e dal Comune di Perugia, è curata dal prof. Corrado Fratini dell’Università di Perugia e da un’équipe di studiosi. “Nel corso della mostra – ha detto Fratini – verranno sottolineati il culto, la devozione e le trasformazioni che le statue hanno subito nei secoli per mantenerle adeguate al gusto del tempo. Ed in questo sono molto importanti gli abiti di stoffa che venivano negli anni sostituiti a seconda di quelle che erano le disponibilità della moda. Per esempio il passaggio dal tessuto in seta al velluto. Inoltre – continua – spesso questi abiti venivano ricavati da quelli delle spose che celebravano il rito davanti alla statua e poi lo lasciavano come ex-voto affinché il matrimonio andasse bene”. Tutte le sculture provengono dalla diocesi di Perugia, ma quello che si vuole sottolineare – conclude – “non è solo il valore di Perugia ma anche l’importanza dei piccoli centri, dove spesso certi oggetti venivano confinati dopo esser passati di moda. Questo succedeva in tutta Italia, ma è interessante che per la prima volta venga sottolineato anche per Perugia”. La mostra ha avuto il contributo della Banca di Mantignana e il sostegno di Umbra Control e Cattolica Assicurazioni.
Mostra a Perugia sulle sculture lignee della diocesi
Esposta anche una statua rubata trent’anni fa e ritrovata nel 2006
AUTORE:
Manuela Acito