Finalmente il Perugino avrà la sua mostra. Dal 28 febbraio al 29 luglio 2004 Perugia e il suo territorio saranno coinvolti in un programma che ci racconterà nel suo complesso una delle figure artistiche più significative del Rinascimento italiano. Dalla sua nascita, alla crescita fino alla sua maturità artistica la sua arte mirabile si dipanerà davanti ai nostri occhi. Per prepararsi all’evento negli ultimi tempi sono aumentati anche gli interventi di restauro sulle opere dell’artista umbro: un cammino iniziato una decina di anni fa e non solo nel nostro territorio. Ricordiamo ad esempio gli interventi al Collegio del Cambio di Perugia, alla Cappella Sistina in Vaticano, dove Perugino insieme ad un gruppo di valenti collaboratori (Ghirlandaio, Botticelli, Cosimo Rosselli), decorò le pareti con le Storie di Mosé, di Cristo e i ritratti dei pontefici, prima del grande intervento pittorico realizzato da Michelangelo (1508 – 1512). In occasione dell’evento saranno esposte oltre 300 opere (provenienti da musei italiani e stranieri e da raccolte private) tra dipinti, disegni, miniature e ceramiche, opere realizzate non solo dall’artista e che ne racconteranno la fortuna e il mito. Per conoscere più da vicino la figura del grande artista umbro abbiamo intervistato Francesco Federico Mancini, docente di storia dell’arte dell’Università di Perugia, responsabile scientifico, insieme a Vittoria Garibaldi, soprintendente ai Beni storici e artistici dell’Umbria, del grande evento. Mancini, come nasce l’idea di una mostra sul Perugino? ‘Intanto bisogna considerare l’importanza che il Perugino ha avuto nel panorama artistico nazionale, un’importanza riconosciuta non solo a livello di storici dell’arte, critici, italiani e stranieri. E’ un artista che rappresenta magistralmente il passaggio tra tardo Quattrocento e primo Cinquecento, per questo da tempo si sentiva l’esigenza di raccogliere insieme le sue opere per affrontare uno studio di alto rigore scientifico’. Perché tutta questa fama, quali le novità della sua arte? ‘Il Perugino inventa, e questo già dagli affreschi della Cappella Sistina, ma ancora di più dagli anni Novanta del Quattrocento, una forma d’arte, un linguaggio espressivo che si sposa in pieno con quelle che sono le istanze e le aspirazioni della religiosità contemporanea: Madonne suadenti, accarezzate dalle morbide colorazioni, che andranno poi a definire quelle formule espressive che avranno un grande successo. Il Perugino apprende dalla bottega del Verrocchio non solo il mestiere di pittore, ma soprattutto di disegnatore. Perugino è uno dei più grande disegnatori del Rinascimento e questo spiega anche perché Raffaello, suo allievo, sia stato prima che grande pittore, grande disegnatore. Nel momento in cui crea una sua bottega, con una sua autonomia, Perugino si manterrà sempre fedele a quel suo carattere grafico di contorno netto, meticoloso delle figure che diventerà poi più morbido, quando sotto l’influenza degli insegnamenti leonardiani (incontrò Leonardo Da Vinci proprio nella bottega del Verrocchio), quale ad esempio lo studio della realtà naturale, la figura verrà immersa nella realtà perdendo così quella durezza di contorno che caratterizzava le astrazioni anche mentali degli artisti del Rinascimento fiorentino del primo e tardo Quattrocento’. Come verrà strutturata la mostra alla Galleria nazionale? ‘Prima di tutto abbiamo delineato un progetto culturale, scegliendo tematiche sulle quali lavorare per la scelta delle opere da esporre. All’interno di un percorso sostanzialmente cronologico verranno affrontate tematiche come la formazione, molto discussa, che ci permetterà di conoscere l’influsso di Piero della Francesca; Perugino e Verrocchio (che permetterà di chiarire la controversia critica tra il giovane Perugino e l’anziano Verrocchio); Perugino e i ritratti (con ritratti eseguiti dal Perugino, ma anche da altri artisti rinascimentali); Perugino della devozione e della religiosità (all’interno di questa tematica un ‘capitolo’ sarà dedicato a San Girolamo). Il percorso della Galleria non verrà sconvolto, molte opere rimarranno al loro posto: alcune di loro per l’occasione verranno evidenziate dal punto di vista dell’allestimento in maniera particolare, e con dei segnali entreranno a far parte del percorso peruginesco. Quale è stata la risposta dei musei? ‘Eccezionale, anche se alcune richieste non hanno avuto l’esito positivo che speravamo: vuoi per lo stato di conservazione non ottimale delle opere, vuoi per le difficoltà di trasporto legate alle grandi dimensioni delle opere, vuoi perché per il museo l’opera rappresenta un unicum nell’ambito del proprio percorso artistico’. Le opere arriveranno da musei di New York, Berlino, Washington, dalla Francia, dall’Inghilterra e dall’Italia. Ci può dare qualche anticipazione? ‘Dallo Staatliche museon di Berlino verrà una famosissima ‘Madonna con bambino’ che è stata sempre di attribuzione oscillante tra Perugino e Verrocchio: un’opera interessante che ci servirà per conoscere meglio il periodo nella bottega del Verrocchio. Nella fase iniziale Perugino cercò il più possibile di emulare il maestro, al punto tale che ci sono ancora in giro per il mondo delle opere che non hanno una documentazione diretta, non sono né datate né firmate dall’artista, e prive di documentazione d’archivio, che sono di attribuzione oscillante tra Perugino e Verrocchio. Per concedere il prestito dell’opera il museo berlinese per esempio ha voluto l’assicurazione che l’opera venisse trasportata in un climabox, in un ‘ambiente climatico’ che l’opera ha già nel museo di provenienza e che dovrà mantenere nel corso della mostra. Stamattina (giovedì 24 luglio n.d.r.) mi è stato comunicato che da New York arriverà un ‘Battesimo di Cristo’ di grande interesse. Dal National Gallery di Washington una bellissima ‘Madonna con bambino’. Da un museo di Vienna arriverà un ‘San Girolamo’ che ci farà molto comodo perché all’interno dell’esposizione noi abbiamo previsto uno spazio dedicato proprio al tema di San Girolamo, che Perugino ha affrontato brillantemente nell’arco della sua vita artistica: la rappresentazione dell’asceta, in contemplazione, in preghiera nel deserto così come la vede il Perugino verrà ripercorso attraverso un excursus che dal periodo giovanile arriverà fino al periodo tardo che verrà rappresentato dall’opera del museo di Vienna. Siamo anche riusciti ad ottenere un’opera appartenente ad una collezione privata, un polittico (al centro è rappresentata l’Adorazione del Bambino) di proprietà del principe Alessandro Torlonia (committenza Colonna) appartenente al periodo romano del Perugino, degli inizi degli anni ’90, un’opera che segue l’impresa Sistina, che ci farà vedere quanto il Perugino fosse noto non solo in ambiente fiorentino’. E lo ‘Sposalizio della Vergine’ che Perugino realizzò per la cappella del Santo anello della cattedrale di Perugia, (esposto al Musée de Beaux Arts di Caen in Francia, dopo le requisizioni napoleoniche) avremo occasione di vederlo? ‘Purtroppo no, viste le grandi dimensioni della pala non l’abbiamo neanche richiesto’.
Mostra in onore del Perugino, grande disegnatore che fu maestro di Raffaello
Dal 28 febbraio 2004 la mostra a Perugia. Intervista al curatore Francesco Federico Mancini
AUTORE:
Manuela Acito