Natale. Gli auguri del Vescovo

DIOCESI. Gli innumerevoli impegni dell’Arcivescovo in questo periodo

Mons. Gualtiero Bassetti in tempo d’Avvento è sottoposto ad un particolare tour de force. Si moltiplicano messe e incontri per saluti e benedizioni natalizie. Tutti lo cercano, chiedono una presenza che ne richiama un’Altra, quella di un Dio che entra nel mondo nella povertà indifesa di un bambino. Impossibile seguirlo in tutti i suoi spostamenti, almeno per il nostro giornale che è settimanale. Lo abbiamo incontrato per chiedergli perchè. Perchè tante messe “di Natale” in tanti posti diversi. E sgombera subito il campo da un rischio, quello di vederle come una “ritualità” scontata, da fare perchè è la tradizione. “Vado per dire a ciascuno il suo Natale”, spiega. In questo suo “pellegrinaggio” d’Avvento nei luoghi di vita e di lavoro degli uomini mons. Bassetti va per incontrare le persone, guardarle negli occhi e portare loro una “buona notizia”. Sono uomini e donne riuniti in ragione del lavoro, come per esempio i pescatori del Lago Trasimeno per i quali martedì ha celebrato la messa a San Feliciano di Magione nella festa del protettore, san Spiridione. Ha espresso tutto il suo apprezzamento per questo lavoro “di vitale importanza per l’intero ecosistema lacustre” ed ha condiviso con loro l’emozione che suscita un mestiere antico che nella Bibbia, e nelle parole di Gesù, esprime la vocazione di Pietro: “Ti farò pescatore di uomini”. Sono riuniti per lavoro anche le maestranze della Margaritelli, la fabbrica di Miralduolo dove mons. Bassetti celebrerà la messa il 22 pomeriggio. E sono luoghi di lavoro, anche se del tutto particolari, l’ospedale Santa Maria della Misericordia (vi celebra la messa martedì 21 alle 17) e la clinica Lami, le residenze per anziani “Fontenuovo” e “Donini” di Perugia e “Creuza B. Bittoni” di Città della Pieve. Sono luoghi in cui chi lavora ha come finalità il “prendersi cura” di altre persone che nella loro debolezza, per malattia o per anzianità, a quelle mani si affidano. Anche lì il vescovo va per incontrare le persone concrete, lavoratori, malati, anziani, volontari. Celebra messa, parla con le persone e ascolta. Condivide, per esempio, il travaglio di chi si prende cura, con dedizione e affetto, di persone in stato vegetativo e si trova a dover rispondere a un familiare che chiede di “staccare il sondino” che serve per alimentare il congiunto, accusando i medici di “accanimento terapeutico”. Luoghi dove curare non sempre vuol dire guarire, ma ai quali sempre più spesso qualcuno chiede di stabilire un confine tra vita “degna” e vita “non degna” di essere vissuta. Il suo “pellegrinaggio” passa anche per il carcere di Capanne. Celebra due messe, una al maschile e una al femminile. Mondi rigidamente separati da tutto e da tutti. Vi saranno i detenuti e le guardie che per lavoro vivono, anch’esse, dietro le sbarre. Porterà dei doni ai bambini che vivono nelle celle insieme alle mamme (fino a tre anni, dice la legge, poi basta). Per alcune ore condividerà l’impegno di coloro che come volontari si prendono cura dei carcerati, dai cappellani ai volontari dell’Apv. Un mondo di storie diverse e dolorose. Il viaggio di avvicinamento al Natale è passato anche da Spina. Ancora non sapeva dove fosse questa piccola parrocchia quando, un anno fa, il terremoto ha cambiato la vita di centinaia di persone. È stato con loro al Consiglio aperto di mercoledì scorso. Una presenza solidale per ribadire, con loro, che “è tempo di mantenere le promesse” perchè “la gente ha bisogno di ricomporre la propria famiglia nella propria casa”. E per loro ha celebrato messa. Il viaggio è ricco di altre tappe: i giovani (la veglia giovedì sera), le istituzioni (in Provincia benedirà il presepe), i servizi (saluta i dipendenti del Minimetrò), le Forze armate (ogni anno affollano la cattedrale ed il coro dei vigili urbani canta per la messa). E altri ancora. Finchè nella “Notte santa” mons. Bassetti tornerà nella sua cattedrale portando tutti nel cuore e nella preghiera.

AUTORE: Maria Rita Valli