Navigare con Gesù controvento

Grande festa per l'ordinazione sacerdotale di don Canzio Scarabottini e don Giovanni Cocianga. Il Vescovo ha fatto un ritratto del vero apostolo

Nel mese dedicato a Maria e alle missioni la nostra Chiesa diocesana si è data appuntamento, domenica 15 ottobre, nel pomeriggio, nella chiesa cattedrale di Santa Maria in Spoleto per il grande evento dell’ordinazione presbiterale dei giovani don Canzio Scarabottini e don Giovanni Cocianga, rispettivamente delle comunità parrocchiali di San Giacomo di Spoleto e della parrocchia di San Domenico e Francesco in Spoleto. La cattedrale, gremita all’inverosimile, ha espresso tutto il senso della comunità che, facendo corona ai nostri ordinandi, ha invocato lo Spirito del Signore per rinnovare il volto della Sposa del Risorto nella testimonianza concreta e visibile del popolo pellegrinante nel tempo. Visibilmente commossi, don Canzio e don Giovanni sono stati accolti da un caloroso applauso, segno di partecipazione e di affetto per la loro scelta coraggiosa e sincera. Durante la celebrazione, che ha visto coinvolti numerosi seminaristi del seminario regionale Pio XI di Assisi, dove hanno studiato e si sono formati don Cocianga e don Scarabottini, mons. Riccardo Fontana si è rivolto ai presenti con parole suggerite dalla liturgia e dalla Scrittura, ricordando il dono della grazia santificante e la preghiera perché non ci stanchiamo di operare il bene. ‘La sequela di Cristo richiede impegno ed è un cammino contro vento. Di fronte alle ordinazioni sacerdotali ci rendiamo conto che Dio non abbandona’, ha ricordato il presule. ‘L’amicizia con Dio vale la pena di essere sperimentata. L’autore della lettera agli Ebrei ci rammenta quanto la Parola sia l’alimento della sapienza cristiana. Questa è la ragione per cui il servizio della Parola va preceduto con la meditazione e l’assimilazione di quella ricchezza interiore che ci fa essere luce per gli altri e spada a doppio taglio che scende in profondità. Siamo tutti mandati come ministri della Parola – continua il presule – ad una civiltà che privilegia l’effimero. Al giovane ricco, Gesù chiede di giocarsi tutto per il Regno di Dio: è quel supplemento di dono che dà consistenza alla nostra vocazione sacerdotale. Che ci guadagniamo, chiede anche Pietro al Maestro? La compagnia degli apostoli ha imparato sul campo che la moneta per passare all’altra riva del mare è il dono’. L’Arcivescovo ha proseguito le sue riflessioni ponendo l’attenzione sulla totale dedizione del sacerdote nel suo ministero al servizio della Chiesa. Si è poi rivolto alle famiglie dei due nuovi sacerdoti, piene di commozione per il dono ricevuto, ringraziandole a nome della Chiesa. Don Canzio, circondato dai bambini della sua scuola dove svolge il servizio nell’insegnamento, e don Giovanni, con i suoi parenti ed amici provenienti dalla sua terra natale di Romania, hanno rivolto un saluto carico di gioia e ringraziamento al Signore per il dono della vocazione.

AUTORE: Don Stefano Sivilla