Nel silenzio della notte santa

Sembra quasi un destino che a Natale si debba parlare di terremoto. Questa è la quarta volta, dal ’97 ad oggi. Quest’anno si è aggiunta la scossa, anzi le scosse, di Narni e dintorni che ci hanno costretto a riportare il pensiero al tristissimo evento. La nostra regione è una terra “ballerina” e non c’è nient’altro da fare che rimboccarsi le maniche per ricostruire nei modi dovuti oltre che nei tempi debiti le case e tutti gli altri edifici danneggiati. La polemica di questi anni, infatti, è stata rivolta ai tempi, che spesso sono necessariamente lunghi, altre volte sono colpevolmente ritardati. Si deve invece fare più attenzione ai modi di costruire e di ricostruire. Ci sono degli edifici che resistono da secoli e da millenni e altri che cadono ad un soffio di vento. Un motivo ci sarà pure. E ciò vale in generale per tutto quello che si realizza nella società e nella vita personale e familiare. Non basta lavorare o studiare o mettere al mondo dei figli o qualunque altra cosa, ma tutto deve essere fatto con arte, che vuol dire con competenza, onestà, lavorando con pazienza e calma perché alla fine il risultato di quello che si è fatto possa resistere nel tempo e risultare utile e gradevole, buono e bello, ad imitazione delle opere della creazione. Gorini direbbe il lapalissiano: “fare bene il bene”. Vale per il terremoto, ma anche per l’educazione, la politica, l’attività di impresa. Cose scontate, che però vogliamo ripeterci a Natale per farne un’occasione di rinascita e di vita nuova nel modo di pensare e di agire, nel modo di essere e di progettare la propria vita. Una vita tanto più nuova quest’anno per il fatto che è il Natale segnato dal Millennio e dal Grande Giubileo. Sottrarre almeno una parte di questo questo Natale millenario (bimillenario) dal “dolciastro-banale” imposto da una certa moda invalsa in funzione dei consumi, è un’operazione positiva che ognuno dovrebbe fare quando, passata la grande cena, che non sia un’abbuffata, ci si ritira nel silenzio della notte santa in una chiesa o in un angolo della propria anima, e si decide di muovere il passo con fiducia e impegno sull’avventurosa strada dei nuovi natali del secolo futuro. La storia, segnata dalla nascita di quell'”uomo universale”, che è l'”Eterno nel tempo”, avrà così il suo valore e il suo premio. Anche la nostra piccola e grande storia personale. Buon Natale!

AUTORE: Elio Bromuri