Nella dimensione universale della Chiesa

0
830
(Foto Calvarese/Sir)

La morte di Papa Francesco, un Pastore che è stato fino all’ultimo in mezzo alla gente, ha fatto affiorare alla mente, tra i tanti ricordi, le sue visite all’Umbria. Otto in dodici anni di pontificato all’insegna dell’incontro, dell’abbraccio, dell’ascolto, della preghiera, dell’annuncio del Vangelo. Sono tante per una regione piccola, ma grande per le sue figure di santità del passato e del presente.

Sono le testimonianze sempre vive ed attuali di questi santi, insieme alla storia religiosa della nostra terra, a incidere non poco sul magistero degli ultimi tre Papi: san Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco. Un particolare, oggi, dato fin troppo per scontato al punto di dimenticarlo. È bene, invece, ricordarlo e rilanciarlo nel momento in cui rendiamo omaggio al Papa che più di ogni altro ha legato la sua azione pastorale alla testimonianza cristiana dell’Umbria.

Grazie, Papa Francesco, non solo per averci fatto visita (quasi una volta all’anno), ma per esserti ispirato a san Francesco cogliendo alcuni suoi aspetti che hai voluto che caratterizzassero il tuo pontificato: la Misericordia (sei venuto pellegrino agli 800 anni del Perdono); il dialogo e la collaborazione con tutti (hai voluto firmare l’enciclica Fratelli tutti sulla tomba del Santo di Assisi); la povertà (hai scelto di incontrare i poveri per dar loro voce e sei venuto a “Economy of Francesco” per firmare con i giovani un appello per una nuova economia).

Chiamandoti “Franciscus” non potevi che predicare “una Chiesa povera per i poveri”. Sei stato una forte scossa per tutti, e noi umbri, abituati alle scosse sismiche, l’abbiamo accolta di buon grado. Ci hai esortato con l’ Evangelii gaudium a proclamare il Vangelo nel mondo di oggi sull’esempio della “Chiesa delle origini”.

Hai avviato un cammino per non pochi aspetti irreversibile, a prescindere da chi lo Spirito santo, attraverso i cardinali, designerà tuo successore. Per aver cercato di compiere scelte “radicali” sei stato definito un “Papa divisivo” quando, invece, ci hai richiamato ad essere del Vangelo “innamorati” piuttosto che “abituati”. Infine, hai offerto la tua sofferenza per la pace e abbiamo dovuto celebrare il tuo funerale per vedere e sperare che si possa realizzare.

Grazie, Papa Francesco, per aver avviato una “rivoluzione” nella Chiesa con ricadute nella società e nel mondo, e prima di te i tuoi ultimi due predecessori. Nel menzionarli ancora, ricordiamo il loro legame con l’Umbria che non può essere dimenticato. Il primo, Papa Wojtyla, passato alla storia anche per aver contribuito ad abbattere il Muro di Berlino, ha dato vita allo “Spirito di Assisi” con lo storico incontro interreligioso di preghiera per la pace del 27 ottobre 1986. Il secondo, Papa Ratzinger, dirompente per la sua rinuncia al ministero petrino (non accadeva da sei secoli), ha scelto come nome “Benedictus”, un richiamo al fondatore del monachesimo occidentale, san Benedetto da Norcia.

Il più connesso con la nostra terra sei stato tu Papa Francesco, ritornato per la quarta volta ad Assisi, in piena pandemia, a firmare l’enciclica Fratelli tutti , un documento “per invitarci a capire come stare nella società”, ci ricorda la presidente dell’Istituto Serafico Francesca Di Maolo. L’Umbria continuerà a esserti grata perché, facendo tuo l’esempio del Poverello, hai portato anche tutti noi nella dimensione universale della Chiesa. Speriamo che questo rapporto “privilegiato” della nostra terra con i successori dell’apostolo Pietro possa proseguire con il prossimo Papa, a prescindere se sceglierà di chiamarsi Francesco II.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here