Rischiano di essere monotoni, ribadendo cose già dette e scritte i cattolici che si ritrovano nella presa di posizione della Consulta problemi sociali, lavoro giustizia e pace di cui è Presidente il vescovo di Terni Vincenzo Paglia e direttore Pasquale Caracciolo. E tuttavia i membri di tale Consulta, che ha già prodotto in precedenza un documento ben ragionato sullo Statuto regionale ed ha partecipato responsabilmente al rito della ‘partecipazione’ popolare, sono ritornati sull’argomento con una breve nota che riportiamo integralmente in pagina. Vi si tratta, ancora una volta, degli articoli 2 e 9 dello Statuto, i punti caldi del documento regionale e per i quali i cattolici sono più sensibili: l’identità della regione Umbria e l’identità della famiglia. Sono due identità che intendono difendere e che costituiscono gli snodi fondamentali della discussione. In questi due articoli, così come sono, pur migliorati rispetto a precedenti formulazioni, la Consulta ravvisa una volontà della maggioranza al governo della regione di affermare una diversa e propria identità più consona alla filosofia dei partiti o delle aree culturali di riferimento, quella che viene chiamata identità laica, ma che laica, in senso proprio non è, semmai laicista e quindi ideologica. Laicità significa, infatti, rispetto e tolleranza per tutti secondo criteri di democrazia, neutralità valoriale, giudizio distaccato e realistico, sulla base dell’analisi della società e nell’interesse comune. Quei due articoli, invece, non tengono adeguatamente conto della storia, della tradizione, della reale considerazione popolare per la famiglia e l’interesse sociale collettivo. Abbiamo più volte sentito in ambito cattolico la considerazione che la sinistra, soprattutto ma non solo, abbia finito di essere ‘sociale’ per divenire ‘radicale’ e cioè sia passata dal sostegno alle cause di impatto collettivo a quelle ispirate al libertarismo individualistico ed egocentrico. Il documento non si sofferma sugli altri ottanta articoli dello Statuto e questo potrebbe far pensare ad una distrazione o a disinteresse. Forse non è così. Ci sono stati, infatti e ci saranno ancora riunioni di gruppi cattolici, come il Meic e l’Azione cattolica e altri, che hanno fatto oggetto di riflessione su altri punti, che pensiamo di poter esporre nei prossimi numeri de ‘La Voce’. Pensiamo che tanta attenzione faccia onore a chi la pone e dimostri l’imprtanza della posta in gioco, non per interesse privato, ma solo per amore all’Umbria e al suo futuro. Se i lettori volessero partecipare al dibattito e fare delle proposte prima della definitiva approvazione dello Statuto, saremo ben felici di ospitare i loro interventi.