Nocera Umbra e Valtopina: due esempi di ricostruzione

Gioie e dolori dei Piani integrati di recupero per la ricostruzione post sisma

Sul banco degli imputati nel processo per la ricostruzione lenta ci sono proprio loro, i Piani integrati di recupero previsti dalle normative che hanno disciplinato la ricostruzione post-terremoto in Umbria. Dovevano essere uno strumento tecnico per rendere più omogenea e rapida la ricostruzione stessa e, invece, rappresentano la principale fonte dei ritardi che si sono accumulati in cinque anni. Proprio per parlare dei Pir, l’amministrazione regionale ha organizzato un convegno all’indomani dell’anniversario del sisma del 26 settembre 1997. Un incontro fra tecnici e amministratori locali, per evidenziare gli aspetti positivi e quelli critici della “ricostruzione integrata”. Le caratteristiche del territorio umbro colpito dal sisma, con la presenza di numerosi piccoli centri abitati, ha imposto di definire criteri, norme e procedure che, oltre a disciplinare gli interventi su singoli edifici, tenessero conto proprio delle caratteristiche dell’area. Per capirne di più su Pir e consorzi di proprietari, abbiamo voluto approfondire due casi di ricostruzione, diversi tra loro per ritmo e complessità.Petruzzi: ritardiper il centro storico”C’è una complessità evidente nella conformazione del centro storico, che è una struttura difensiva, con strette vie, piccole piazze e spazi poco fruibili. C’è una difficoltà derivante anche dal fatto che vogliamo ristrutturare il centro secondo logiche di conservazione e valorizzazione e non demolizione e ricostruzione. Quindi abbiamo disposto quanto necessario perché gli interventi nel centro storico avvengano in maniera qualitativamente accettabile, in modo che torni a un aspetto architettonico migliorato rispetto al passato. Certo anche la normativa è complessa e proprio per questo i primi consorzi di proprietari partono solo adesso”. Non nasconde le difficoltà della ricostruzione, il sindaco di Nocera Umbra, Antonio Petruzzi. Ma spiega anche che riguardano per lo più il centro storico, con le case arroccate sulla collina una sopra l’altra. Per questo qui i Piani integrati di recupero hanno creato ritardi più che facilitazioni. “La gestione dei Pir – sostiene Petruzzi – è molto complessa perché, all’interno dei vari consorzi, interferiscono interessi diversi: chi vuole andare avanti, chi ne è meno interessato, i conflitti fra condomini, gli abusi del passato. Insomma una serie di complicazioni alle quali si unisce anche la situazione logistica per l’impostazione dei cantieri”. Anche per David Bianchini, assessore alla ricostruzione privata del Comune di Nocera Umbra, i Pir hanno ostacolato più che reso omogenea la ricostruzione, come si prefiggevano le normative. “La complessità e la difficoltà enormi sono rappresentate dai consorzi dei proprietari, suddivisi in varie Unità minime di intervento. In qualche caso era preferibile che le case restassero classificate come ‘sparse’, perché nello stesso consorzio, soggetti diversi hanno tempi diversi e questo porta ai ritardi nelle concessioni”. Mariucci: problemi per Giove”Forse siamo stati anche fortunati, il fatto è che siamo molto avanti con la ricostruzione”. Non nasconde la soddisfazione per i risultati raggiunti, ma riconosce anche la minore complessità del processo di ricostruzione nel Comune di Valtopina. Il sindaco Giuseppe Mariucci proprio questa settimana ha riconsegnato un intero borgo rurale ai suoi abitanti. “Il primo Pir si è concluso con la riconsegna delle chiavi di casa agli abitanti di Capranica. E’ un punto importante nella ricostruzione del nostro comune. Alla fine di questo anno noi saremo all’80 % della ricostruzione pesante ed entro il prossimo giugno prevediamo di completare tutto il processo, fatta eccezione per la frazione di Giove”. Cosa è andato storto in quella frazione?”Purtroppo c’è qualche problema – spiega Mariucci – legato a difficoltà sorte tra il consorzio e l’impresa, che non sta onorando gli impegni contrattuali. Questo è l’unico caso negativo che noi abbiamo, mentre il giudizio complessivo che diamo sulla ricostruzione è estremamente positivo. Sia per le abitazioni private, per le infrastrutture, le opere pubbliche, i dissesti: siamo in una fase molto avanzata”. Ora si deve rimettere in moto lo sviluppo di questa comunità.”Certo, il terremoto e tutti gli interventi di ricostruzione ci hanno dato l’opportunità di riqualificare pezzi importanti del nostro territorio. Abbiamo ammodernato e potenziato i servizi, che sono le condizioni fondamentali per lo sviluppo del paese. Stiamo puntando sulla qualità del nostro territorio e dei nostri prodotti per sviluppare questo paese, che già prima del terremoto era una delle aree più in difficoltà di tutta la regione. Il nostro impegno sarà quello di creare le condizioni per un futuro migliore ai nostri giovani, creare nuove opportunità di lavoro e ricchezza per questa gente”.