Non resteremo a guardare

Anche in Umbria un 'FondoPiù' per le famiglie. Dai Vescovi, un documento e una colletta il 29 marzo

Se l’8 per cento delle famigie umbre si trovava già sotto la soglia della povertà prima che scoppiasse la crisi economica, è fin troppo evidente che la attuale situazione, senza fare allarmismi, è di molto peggiorata. È giusto pertanto che i Vescovi delle otto diocesi dell’Umbria si preoccupino e si siano dati da fare per dare il via ad un movimento di opinione direttamente finalizzato a provocare azioni concrete immediate a favore delle famiglie più duramente colpite dalla crisi; in particolar modo quelle dove venga a mancare un salario a causa di una improvvisa caduta nella disoccupazione di qualche membro delle stesse. Per proporre un’attenta riflessione che stia alla base del progetto che la Conferenza episcopale umbra ha deciso di porre in atto, è in fase di definizione un documento di cui daremo ampio resoconto nel prossimo numero. Sappiamo già che in esso saranno espresse sia le motivazioni di ordine ecclesiale e pastorale che ispirano i Vescovi a muoversi in questo campo, sia le iniziative concrete, quale l’istituzione anche in Umbria di un ‘FondoPiù’, come già avvenuto in altre aree dell’Italia, su sollecitazione della stessa Cei. Una cosa certa è quanto affermato dai Vescovi nella nota diffusa lunedì scorso al termine della consueta riunione mensile della Ceu, nella quale parlano di ‘problemi pastorali che nascono dalla profonda crisi finanziaria ed economica in atto, destinata, al dire degli esperti, a perdurare e forse ad accrescersi nei prossimi due anni’. La Chiesa umbra ritiene di non potersi limitare a dare consigli ed esprimere solidarietà verbale, ma di doversi esporre nel tentativo di contribuire concretamente a fronteggiare la difficile congiuntura. È un’iniziativa che deve essere recepita come un atto di amore di tutta la comunità ecclesiale umbra verso chi si troverà colpito da precarie situazioni, soprattutto di natura occupazionale. La Conferenza episcopale umbra risulta la prima in Italia ad intervenire con un progetto comune alle otto diocesi, e non fa mistero di sentirsi in prima linea, anche per la sua tradizione storico-culturale che trae le radici dall’insegnamento dei due grandi santi Benedetto da Norcia e Francesco d’Assisi: modelli di santità e di umanità, che hanno ispirato non solo le vie della santità, ma anche quelle di una buona e sana economia, fondata sul lavoro e la ripartizione delle ricchezze, l’onestà e la solidarietà nei rapporti e la ricerca del bene comune. Nel pensiero cristiano autentico vi è spazio per una giusta ricerca del benessere individuale e collettivo, in cui la stessa ricchezza non sia demonizzata se non quando venga considerata come un idolo, oggetto di bramosia e di cupidigia di accumulo di pochi a danno degli altri. La Ceu, ‘mentre pensa alle situazioni difficili di tante famiglie, esorta tutti ad aprirsi ad una cultura di responsabilità e di sobrietà e a comportamenti di solidarietà verso le famiglie più bisognose e le situazioni più difficili, esprimendo gratitudine per gli interventi già programmati a tutti i livelli (nazionale, regionale, provinciale, comunale)’. ‘In particolare, ‘al fine di un ulteriore aiuto, la Ceu impegna le Caritas per un monitoraggio delle situazioni più delicate, e fa obbligo alle diocesi di promuovere una colletta straordinaria di aiuti il giorno 29 marzo, V domenica di Quaresima’. In tutto ciò i Vescovi umbri sono sostenuti dall’impulso dato con grande enfasi da Benedetto XVI, che ha sollecitato i cattolici sparsi nel mondo ad una massicia azione i carità, attraverso ogni utile strumento volto ad alleviare i danni recati alle persone dalle attuali difficoltà economiche.

AUTORE: Elio Bromuri