Nozze contestate

Inaugurazione dell’anno giudiziario del Tribunale ecclesiastico. I dati sui matrimoni “nulli”

Matrimoni che si rompono dopo lunghi anni di convivenza o dopo pochi mesi sono ormai una dolorosa normalità. Siamo abituati a tali notizie ma quando l’evento ci tocca direttamente ne avvertiamo tutto il carico di sofferenza che travolge non solo i figli, quando ci sono, ma ciascun coniuge e le rispettive famiglie fino agli amici. Un certo numero di coniugi separati o divorziati si rivolgono al Tribunale ecclesiastico perché ritengono che il sacramento potrebbe non essere stato celebrato validamente e quindi potrebbe essere nullo, ovvero come se non fosse stato mai celebrato. Al Tribunale ecclesiastico umbro (Teru) solo nell’ultimo anno i Patroni stabili hanno fatto 326 consulenze tese a verificare se potesse essere fondato il dubbio presentato circa la validità del sacramento celebrato. Di tutti i casi esaminati solo 52 presentavano elementi tali da poter essere portati al giudizio del Tribunale. Al Teru si rivolgono solo persone che hanno un matrimonio fallito alle spalle e proprio questo fa sì che quelle 326 consulenze consentano di avere una conoscenza anche statisticamente rilevante delle “patologie” del matrimonio. Padre Krzysztof Pawlik Ofm Cap., Vicario Giudiziale Teru, ritiene che proprio questa esperienza maturata dagli operatori del Tribunale dovrebbe essere raccolta dagli operatori pastorali che curano la preparazione al matrimonio. “È mio compito riferire sull’attività svolta dal nostro Tribunale allo scopo di offrire ai responsabili pastorali e a tutti coloro che hanno a cuore la famiglia, motivi di riflessione in ordine agli orientamenti concreti da assumere” ha detto p. Pawlik giovedì 16 febbraio alla cerimonia di inaugurazione dell’Anno giudiziario del Teru, davanti ai vescovi umbri e agli addetti ai lavori. “Capire le cause del fallimento di un matrimonio può aiutare a prevenire le possibili nullità” dice padre Pawlik a La Voce, spiegando che non si tratta di raccontare ai fidanzati i dettagli giuridici delle cause di nullità bensì affrontare il tema in senso positivo affinché possano comprendere che è nel loro interesse e la loro felicità verificare la propria preparazione e maturità umana che ne fa persone capaci di assumersi un impegno, di affrontare i sacrifici che la vita di coppia e poi l’essere genitori comporta. La quasi totalità delle nullità, infatti, sono dovute alla “incapacità a contrarre matrimonio” definita nel Codice di diritto canonico (al canone 1095) quale mancanza di “discrezione di giudizio circa i diritti e i doveri matrimoniali essenziali da dare e accettare reciprocamente” e anche quale incapacità dovuta a “cause di natura psichica” tali per cui la persona non può “assumere gli obblighi essenziali del matrimonio”. Questo dato, commenta a La Voce p. Pawlik, mostra che le persone che si avvicinano al matrimonio dovrebbero essere aiutate e accompagnate non solo nell’ultimo tratto della preparazione immediata al sacramento, ma ancor prima nella formazione e maturazione come persone. “Si dice che la Chiesa annulli i matrimoni quando, invece, un Tribunale Ecclesiastico può solo riconoscere e dichiarare nullo, perché mai esistito, un matrimonio, e solamente per cause gravi precisamente definite dal Magistero e dal Legislatore ecclesiastico” ha detto p. Pawlik nel discorso inaugurale, commentando amaramente il fatto che anche dei sacerdoti “dubitino che l’attività del tribunale ecclesiastico sia utile per la salus animarum del Popolo di Dio”. L’attività nel 2011CAUSE DI NULLITÀ- introdotte: 89- trattate: 174- pendenti: 97- espletate: 77 (68 con sentenza affermativa, 7 negativa, 2 rinunciate e archiviate) CAPI DI NULLITÀ delle cause concluse con sentenza affermativaEsclusione: del matrimonio: 1; della sacramentalità: 1; della indissolubilità: 6; della prole: 7; della fedeltà: 1.Per Condizione: 1. Incapacità: canone 1095 n. 2: 37; 1095 nn. 2 e 3: 33. Per impotenza: 1.

AUTORE: Maria Rita Valli