Orvieto. Beatificazione di padre Chiti, si conclude la fase diocesana

Sabato 30 marzo, alle ore 16 nella basilica cattedrale di Orvieto, avrà luogo la sessione di chiusura della fase diocesana della causa di beatificazione e canonizzazione del servo di Dio padre Gianfranco Maria Chiti. La cerimonia sarà presieduta dal vescovo di Orvieto-Todi Benedetto Tuzia e vedrà anche la presenza di autorità religiose, civili e militari.

Il giorno successivo, inoltre, alle ore 11 sarà celebrata una messa di ringraziamento presso il convento di San Crispino in Orvieto Scalo, ancora con la partecipazione di rappresentanti dell’Associazione Granatieri, provenienti da varie parti d’Italia.

Chi è Gianfranco Maria Chiti

Ricordiamo che fra’ Gianfranco Maria Chiti nasce a Gignese (Vb) il 6 maggio 1921. Generale di brigata dei Granatieri di Sardegna, all’età di 57 anni, anziché “fare zaino a terra”, come la legge gli imponeva con il congedo, preferisce “arruolarsi volontario” nell’Ordine dei frati minori Cappuccini.

Sacerdote professo in tale Ordine, indossando il saio di san Francesco sopra la mimetica, svolge un intenso apostolato soprattutto ad Orvieto, ove era stato inviato come custode del convento di San Crispino. Qui rimane fino al 2004, anno in cui, a Roma, nell’ospedale militare “del Celio”, muore in concetto di santità.

Il suo ricordo rimarrà indelebile per aver salvato, alla fine della Seconda guerra mondiale, più di 200 partigiani da sicura fucilazione, creando un fittizio “corso di arruolamento” nei Granatieri, e permettendo loro, poi, di far ritorno nelle proprie famiglie. Il suo nome, inoltre, è annoverato nel Libro dei giusti della sinagoga di Torino per aver posto in salvo alcune famiglie di ebrei.

La causa di beatificazione e canonizzazione

In data 13 aprile 2015 mons. Tuzia emette l’editto che ne promuove la causa di beatificazione e di canonizzazione. Il successivo 8 maggio, nel duomo di Orvieto, lo stesso Vescovo, nel corso di una solenne celebrazione, dà ufficialmente inizio all’inchiesta diocesana, dando lettura del “libello” e nominando gli officiali incaricati di curare la procedura canonica: giudice delegato mons.

Carlo Franzoni, promotore di giustizia don Stefano Puri, notai Rossella Borgia e Paolo Bambini; postulatore e vice postulatore della causa, rispettivamente, i padri cappuccini Carlo Calloni e Flavio Ubodi.

L’iter prosegue ed ora, quindi, ci attende questa importante tappa del 30 marzo.

Michela Massaro