Nei giorni scorsi alcuni missili iraniani hanno colpito anche la zona di Jaffa a Tel Aviv, come risposta all’attacco che gli Stati Uniti hanno fatto a tre siti nucleari in Iran: Ispahan, Natanz e Fordow.
A Jaffa la presenza della parrocchia latina di Sant’Antonio di Padova dei frati Minori
La tradizione biblico-cristiana colloca a Jaffa vari episodi dell’apostolato di Pietro: la resurrezione di Tabità, l’ospitalità presso Simone il conciatore, la visione della tovaglia dal cielo. Da qui Pietro, chiamato dal centurione Cornelio, si recò a Cesarea dove accolse i primi pagani nella Chiesa. La parrocchia latina di Sant’Antonio di Padova è affidata ai Frati Minori della Custodia di Terra Santa e il parroco è padre Agostino Pelayo. Il francescano in passato è stato parroco a Casale di Montefalco, nell’arcidiocesi di Spoleto-Norcia. Ogni giorno è in contatto via WhatsApp con l’arcivescovo Renato Boccardo e dalle parole scritte nei messaggi è palpabile la paura, lo sconforto e l’incertezza causati dalla guerra. Il giorno del Corpus Domini, domenica 22 giugno, padre Agostino ha impartito la benedizione eucaristica sulla città di Jaffa: “Dal cielo scendano non missili ma benedizioni”, afferma.
Padre Agostino e una delegazione di israeliani erano attesi a Spoleto
Il religioso e una delegazione di parrocchiani israeliani erano attesi a Spoleto, Montefalco e Cascia a metà luglio. Era in programma una mes-sa al santuario di Santa Rita a Cascia e in quella occasione mons. Boccar-do avrebbe consegnato una statua della Santa per avviarne il culto a Jaffa. Tutto, chiaramente, è stato annullato. Padre Agostino ha inviato al nostro Settimanale alcuni pensieri per descrivere la situazione, chiedendo al “caro popolo umbro di pregare incessantemente”. “La nostra parrocchia – afferma il francescano – era pronta a festeggiare sant’Antonio di Padova lo scorso 13 giugno. Ma il giorno della ricorrenza del patrono ci siamo svegliati con la brutta notizia dell’inizio dei bombardamenti in Iran, ai quali sapevamo ci sarebbe stata una risposta tempestiva”. La festa non si è più tenuta, il clima era surreale, la sera stessa i lampi nel cielo non erano certamenti quelli dei fuochi di artificio previsti per rendere onore al Santo.
La paura di padre Agostino dopo la caduta di una bomba a Bat Yam
“La nostra paura – prosegue padre Agostino – era reale e le informazioni statali ci hanno avvertito di correre nei rifugi, che oramai usiamo da quasi due anni. La differenza tra i missili di Hamas e quelli dall’Iran è molto grande e la paura del loro impatto nella popolazione pure. La notte di sabato 14 giugno, mentre dormivamo, sono suonate le sirene: un missile ha colpito una zona al sud della comunità, Bat Yam, dove abitano molti nostri parrocchiani. Grazie a Dio non ci sono state vittime tra i fedeli, anche se purtroppo ci sono stati dei morti”.
Molte case della parrocchia sono state colpite dalle schegge
E dopo dieci giorni la situazione è tale e quale, se non peggio. “Ad ogni suono delle sirene – dice ancora il frate minore – corriamo verso i rifugi portandoci lo stretto il necessario. E preghiamo affinché que- sta guerra possa finire per sempre, per vivere finalmente in pace. Sabato scorso, vigilia del Corpus Domini, mentre eravamo nel rifugio sotterraneo un missile è caduto vicino alla nostra chiesa: i vetri delle finestre del convento si sono rotti con l’onda d’urto. Subito dopo ci siamo resi conto, grazie al gruppo WhatsApp della parrocchia, che molte case dei nostri parrocchiani erano state colpite dalle schegge, ma ringraziando Dio e sant’Antonio, che sempre ci proteggono, non abbiamo avuto nessun ferito. La nostra vita prova a svolgersi normalmente: alcuni vanno al lavoro, i bambini seguono le lezioni on
La parrocchia unita nella preghiera
Come parrocchia non possiamo fare incontri, siamo solo uniti nella preghiera e nella fede, pastore e fedeli. Sentiamo il timore della morte, ma siamo certi che Dio non ci lascia soli. Di notte te- niamo acceso il cero pa- squale davanti al tabernacolo per dire che la luce di Cristo Risorto, vero pacificatore, continua a pacificare i nostri cuori agitati. Stiamo attraversando giorni difficili – conclude padre Agostino -, ma come cristiani abbiamo la certezza che non siamo da soli: il Signore è con noi fino alla fine del mondo”.
Francesco Carlini
Padre Francesco Ielpo è il nuovo Custode di Terra Santa
Il Papa ha confermato l’elezione di padre Francesco Ielpo a Custode di Terra Santa e Guardiano del Monte Sion, avvenuta da parte del Ministro generale dell’Ordine dei Frati Minori con il suo Definitorio. Padre Ielpo è nato a Lauria (Pz) il 18 maggio 1970. Ha professato solennemente nell’Ordine dei Frati Minori nel 1998; nel 2000 è stato ordinato presbitero. ant’Antonio di Padova a Varese (2010-2013).
Dal settembre 2013 al 2016 è stato Commissario di Terra Santa della Lombardia, continuando l’incarico dal 2016 al 2023 per la Provincia del Nord Italia. Dal 2014 è membro del Consiglio direttivo dell’Associazione Pro Terra Sancta. Dal 2022 è presidente della Fondazione Terra Santa, delegato del Custode di Terra Santa per l’Italia, delegato generale per la ristrutturazione delle Province in Campania, Basilicata e Calabria.