Papa agostiniano

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Papa Leone XIV alla messaa pro ecclesia con la tonaca bianca da papa e il pastorale ripreso a mezzo busto
Papa Leone XIV alla messa pro Ecclesia (Foto Vatican media/Sir)

“Un figlio di sant’Agostino, agostiniano”: ha tenuto a definirsi tale, appena eletto Papa con il nome di Leone XIV, il cardinale Prevost (un cognome che rimanda al fatto che il successore di Pietro non solo è frate ma anche prevosto, dunque prete). Quasi a dare, con questa ‘autocertificazione’, una ulteriore indicazione su quella che potrà essere la propria azione da Pontefice.

L’ordine di cui fa parte Leone, fondato nel 1200, segue gli insegnamenti di Agostino di Ippona, teologo e filosofo vissuto in Nord Africa e in Italia fra il Quarto e Quinto secolo. Oggi gli agostiniani sono 2.800 ed operano in 47 paesi, dedicandosi ad attività missionarie, educative e ospedaliere. Nella sua missione in Perù, Prevost si è occupato anche di insegnamento.

Alla sua nascita, l’ordine agostiniano era eremitico e mendicante, come i francescani e i domenicani. Dal 1968 non è più eremitico. Fra le altre cose, la regola agostiniana impone ai membri dell’ordine la carità, la povertà, la castità e la pratica ascetica. Proveniva dagli agostiniani anche Martin Lutero. Ed a questo ordine apparteneva l’abate Gregor Mendel, che nell’Ottocento scoprì alcuni principi fondamentali della genetica, le notissime ‘leggi di Mendel’.

Tra le interpretazioni che riguardano la scelta del nome Leone, anche quella che fa riferimento al fatto che fu Leone XIII a canonizzare e/o beatificare Rita da Cascia ed altri seguaci del Santo di Ippona, come Chiara da Montefalco. Leone era anche il nome del compagno più fedele di San Francesco di Assisi.

Daris Giancarlini

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