Pasqua, pace e don Tonino Bello

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Il giorno di Pasqua 2025 coincide con il dies natalis di don Tonino Bello (1993). Una coincidenza che ha il valore di un segno perché questo tempo è marchiato da un ritorno della guerra e delle sue mistificazioni, della sua potenzialità distruttiva e del suo carico di vittime, lacrime e dolore… che quel vescovo del Sud ha contrastato tenacemente per tutta una vita. “Il virus della guerra è scappato dal laboratorio” – ammoniva don Tonino Bello ai tempi della prima guerra del Golfo – e ora rischia di infettare il nostro modo di pensare e di progettare il futuro. Dobbiamo sottrarci a questo rischio”.

E se comprendiamo che “la Pasqua è la festa dei macigni rotolati” siamo chiamati a divenire noi stessi operatori di resurrezione, ovvero contribuire a far rotolare via quei massi che ostacolano il cambiamento verso il bene. Che sia una Pasqua di pace che veda soprattutto le religioni attive nel cantiere della costruzione della pace stessa.

Che il mondo dell’informazione si sottragga al fascino discreto della propaganda muscolare per mettersi decisamente al servizio di una comunicazione nonviolenta. Che la politica torni a dare valore allo strumentario internazionale che faticosamente la sapienza dei nostri progenitori ha messo in campo per risolvere i conflitti nel dialogo, nella diplomazia, nelle regole sovranazionali da rispettare per tracciare un’altra rotta. Che l’economia si converta nella via privilegiata per garantire dignità per tutte e tutti. Buona Pasqua..

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