Pellegrinaggio a Cascia delle parrocchie intitolate a Santa Rita

La prima sarà quella degli agostiniani di Spoleto il 23 novembre

Un gemellaggio nel nome della ‘Santa dei casi difficili e disperati’ e un simbolo per tutti: la ‘rosa’ che ne ha fatto la storia. Così, domenica 23 novembre prossimo partirà il primo dei circa trenta appuntamenti che vedranno ‘peregrinare’ verso la Patria di Rita tutte le parrocchie italiane intitolate alla Santa. Un’iniziativa, questa, proposta dal Santuario casciano dei frati Agostiniani e della parrocchia di Roccaporena, e congiuntamente all’Amministrazione comunale. Il ‘gemellaggio di fede’, infatti, rientra nell’ambito del progetto più ampio ‘Un roseto a Cascia’, realizzato, per l’appunto dal Comune e dal Comitato per il Roseto, e presentato nello scorso maggio, con un convegno. Con l’incontro delle parrocchie ritiane si intende dar maggior attenzione ai pellegrini che vivono, ogni giorno, seguendo i principi ispiratori della Santa, nel segno della sua spiritualità. Spesso, durante i mesi dei grandi pellegrinaggi non è possibile soffermarsi per approfondire ed è per questo che gli Agostiniani del Santuario e il parroco di Roccaporena, mons. Dino Pallucchi, hanno proposto di concretizzare il gemellaggio in un periodo dell’anno più tranquillo. Concretamente, la prima parrocchia sarà quella dei Padri Agostiniani scalzi di Spoleto che si vedrà a Cascia, appunto, domenica 23 novembre. L’arrivo è previsto per le ore 10 del mattino al bivio che sdoppia le strade per Roccaporena e Cascia, dove il corteo degli ospiti sarà salutato dal sindaco Gino Emili e dalle altre autorità civili e religiose. Poi, ad accogliere sarà mons. Pallucchi nel Santuario di Roccaporena, dove si svolgerà la mattinata: si ripercorrerà la vita di ssanta Rita nel paesino, verranno proposti vari percorsi ‘ per i più coraggiosi anche la Via Crucis dello Scoglio ‘ per gli sposi verrà offerta la possibilità di rinnovare le promesse matrimoniali nella chiesa di San Montano (dove anche Rita si è unita in matrimonio) e, in tarda mattinata, all’Orto dei Miracoli sarà sempre don Dino a consegnare una ‘rosa simbolo’ alla comunità spoletina e, in particolare, al parroco padre Modesto Paris. Dopo il pranzo, il baricentro si sposterà a Cascia dove farà gli onori di casa padre Luciano De Michieli, priore del Santuario. Il Priore ripercorrerà la vita della Santa in Cascia e guiderà la visita al monastero. Alle ore 15, si ripeterà l’appuntamento con le autorità civili, questa volta nel piazzale Leone XIII della città, dove sarà la parrocchia di Santa Rita di Spoleto a donare una rosa nel Roseto, piantandola in segno di rispetto e condivisione, ne riceverà un’altra, questa volta in argento, offerta dal Comune di Cascia. Seguirà la celebrazione conclusiva dell’incontro, nella Basilica centrale. Il tema scelto per la giornata è la ‘famiglia’, intesa dal punto di vista ritiano; quindi, anche la conciliazione tra famiglia terrena e divina. È così che, a ciascuna delle presenti, verrà consegnata un’immagine simbolo, dietro la quale si potrà leggere la preghiera delle famiglie. La parrocchia di Spoleto ha esteso, in tal senso, l’invito a tutti i gruppi ma soprattutto a tutti i parrocchiani singoli e con famiglia. ‘E’ l’incontro della ‘Famiglia delle famiglie’, della Chiesa tutta’, ha anche detto padre Modesto, ad uno degli incontri preparatori. Il gemellaggio con le parrocchie intitolate a santa Rita sarà un appuntamento che si ripeterà annualmente e, nel Roseto, è stata progettata appositamente un’area per le rose che giungeranno dalle varie comunità ‘Santa Rita’. Attualmente, l’area è ancora in fase di sistemazione. Per questo, la prima rosa, quella appunto degli Spoletini, sarà sita, per ora, nella zona di Leone XIII, dove sono presenti anche quelle del Premio Santa Rita. Un roseto a CasciaIl progetto, proposto da un comitato ‘ per l’appunto ‘Comitato per il Roseto’ ‘ ed appoggiato dal Comune di Cascia, ha visto l’avvio ufficiale durante i festeggiamenti del maggio scorso con un convegno, per poi svilupparsi successivamente. Si tratta di una iniziativa che mette al centro la ‘rosa’ in omaggio, ovviamente, a santa Rita, di cui è simbolo, ma che vuole anche dare risalto alla parte ‘botanica’ del fiore spinoso. In particolare, si vuole incentrare lo studio sulla ‘rosa canina’, archetipo delle odorose e policrome rose moderne, presenti in abbondanza nella Capitale ritiana. Walter Branchi è il collezionista delle rose per il Roseto, coordinatore del progetto. La ‘buona accoglienza’ è anche ciò che il Comune vuole far trapelare tramite ‘Un Roseto per Cascia’, l’ospitalità turistica che negli anni ha saputo offrire. Le rose sono piantate secondo alcuni riferimenti: il Roseto è infatti suddiviso in zone, attualmente ancora non tutte praticabili. Dalla zona dei personaggi famosi, soprattutto in arti, scienze, temi sociali o comunque distinti nel settore sociale e dello sviluppo social sostenibile, a quella delle parrocchie intitolate a santa Rita, e all’area delle donne che, annualmente, ricevono il Premio S. Rita (donne che si sono contraddistinte per la particolare condotta famigliare e di vita, anche con gli altri).

AUTORE: Eleonora Rizzi