Pellegrinaggio alla chiesa dell’Ascensione

MASSA MARTANA/ La salita al monte

Nei nostri paesi e nelle nostre parrocchie, esistevano, ed alcune esistono ancora, delle tradizioni che hanno avuto inizio decenni ed anche secoli addietro, tramandate da padre in figlio con religiosa puntualità e conservate con gelosa osservanza come memoria storica qualificante la vita della comunità paesana. Spesso queste tradizioni avevano avuto origine da un fatto prodigioso avvenuto nei secoli passati, da un voto emesso per ottenere una grazia in situazioni di calamità, per iniziativa di qualche santo e predicatore che si era soffermato nel paese. Il più delle volte questa tradizione consisteva in processioni di popolo verso questo o quel santuario, anche con tragitti molto lunghi, spesso per tenere fede ad un voto. Dicendo questo mi vien da pensare alle “scoperte” moderne delle passeggiate ecologiche dopo che si erano abbandonate per pigrizia le antiche usanze. Oppure, come è successo al sottoscritto, quando si è dovuto cancellarle perché i più giovani raggiungevano il posto sferragliando auto e motociclette mentre i più anziani e volonterosi si affannavano faticosamente a camminare finché hanno dovuto cedere alle esigenze dell’età. Almeno quelle antiche avevano uno scopo ed un senso di religiosità che accomunava il popolo di Dio. Ma in qualche parrocchia la tradizione e l’attaccamento alla propria storia hanno vinto, come per esempio a Massa Martana, di cui vogliamo parlare. La cittadina posta ai bordi della via Flaminia, su cui ha iniziato a transitare la predicazione del Vangelo, fa parte di un’area nella quale esistono ancora monumenti che attestano la presenza di comunità cristiane già appena il I secolo d. C. Ricordiamo ad esempio le catacombe della vicina Villa san Faustino, uniche in Umbria, le antiche chiese romaniche di Villa San Faustino, Ss. Fidenzio e Terenzio, santa Illuminata. San Felice fu il primo vescovo della città Martana. Appunto a Massa Martana resistono ancora due tradizioni. Un anno si va in processione alla chiesa dell’Ascensione sul pendio dei monti Martani e l’anno successivo si va al santuario della Madonna del Fosco, posto nei confini di Giano, con percorso assai più lungo, circa 15 Km. Secondo quello che mi ha raccontato un uomo del paese, nel ‘600 un predicatore fu contestato da alcuni del popolo ed allora egli preannunciò severi castighi da Dio. Questi si verificarono puntualmente ed allora il popolo pentito fece un voto per allontanare le gravi malattie che decimavano la gente. Di qui sorsero le due processioni con partecipazione della quasi totalità della popolazione. Quest’anno domenica 12 maggio, la processione recando le statue dei santi conservate in chiesa, si recherà alla chiesa dell’Ascensione alle falde del monte: giunti sul posto si celebrerà la messa. Poi la gente si intratterrà fino al pomeriggio, interverrà la banda musicale, si celebrerà di nuovo la messa ed infine in processione con i santi si ritornerà alla chiesa parrocchiale. Le processioni al santuario della Madonna del Fosco, l’anno prossimo, sarà più impegnativa: si tratta di un tragitto di circa 15 Km., portando le pesanti statue fino al santuario. A sera ritorno a casa con il medesimo tragitto. Come ognuno vede c’è bisogno di un notevole spirito di sacrificio, superato con la convinzione di restare fedeli ad un’antica tradizione. Passeggiata ecologica ma anche religiosa: due cose che possono convivere ed appagare anima e corpo.

AUTORE: C.T.