Le Chiese dell’Umbria, a partire dalle comunità parrocchiali (un esempio giunge da quelle di Brufa e Pontenuovo di Torgiano, nella Diocesi di Perugia), hanno avviato il loro cammino di preparazione al pellegrinaggio giubilare regionale alla tomba dell’Apostolo Pietro del prossimo 13 settembre, sia spirituale che organizzativo. Riguardo a quest’ultimo aspetto, le Diocesi di Città di Castello e di Gubbio hanno già comunicato ai fedeli l’ora della partenza, alle 4 del mattino, per ritrovarsi tutti gli umbri, come fa sapere la Segreteria pastorale regionale della Ceu, a piazza Pia, in prossimità di via della Conciliazione, tra le ore 8 e le 8.30, di sabato 13 settembre, per poi, insieme, incamminarsi verso la Porta Santa della Basilica di San Pietro .
In preparazione a questo evento che vede tutte insieme le Chiese dell’Umbria, il presidente della Ceu, mons. Renato Boccardo, arcivescovo di Spoleto-Norcia, esorta i fedeli desiderosi di vivere questa esperienza ad iscriversi presso la propria parrocchia.
L’arcivescovo evidenzia l’importanza del pellegrinaggio definendolo “una delle componenti essenziali dell’esperienza del Giubileo, perché ci ricorda il nostro essere pellegrini verso la Casa del Padre”. Si sofferma anche sulla “dimensione della penitenza e del sacrificio” del pellegrinaggio stesso e non trascura “la parte logistica”, perché, spiega, “bisogna partire presto il mattino…, la fatica degli autobus, dei treni, le ore di cammino e dello stare spesso in piedi…, il viaggio di ritorno a tarda sera. C’è una dimensione di penitenza ed è l’offerta che ogni pellegrino è chiamato a fare uscendo per un momento dalla vita quotidiana per raggiungere una meta”.
Eccellenza, questa meta qual è, può ricordarlo a ogni cristiano praticante e non?
“È la tomba di Pietro, testimone della fede, colui che ha ricevuto da Cristo il compito di guidare la Chiesa e lo fa attraverso i suoi successori nel corso dei secoli fino a Papa Leone XIV che noi stiamo imparando a conoscere”.
Può spiegare il perché di questo convogliare insieme alla tomba dell’Apostolo?
“Noi vogliamo andare come regione ecclesiastica, cioè le otto diocesi dell’Umbria, per dare un segno di unità e di comunione. Siamo tutti in uno stesso pellegrinaggio che è il pellegrinaggio della vita, che è l’aiutarsi gli uni gli altri a non perdere di vista la meta che ci attende. Ci andremo con i nostri vescovi, con i nostri sacerdoti, con le diverse comunità per sperimentare la ricchezza della diversità”.
In questo mondo delle divisioni, dei “campanili” dovuti anche alle tante diversità, queste possono essere davvero accolte come una ricchezza?
“La diversità non è una minaccia; può essere un arricchimento quando impariamo a vedere il bello e il buono di chi ci sta vicino, anche se pensa e agisce in maniera non sempre conforme alla nostra. Fare un pellegrinaggio tutti insieme ci rivela da vicino le diverse tradizioni di vita cristiana delle nostre diocesi, ognuna portatrice di una vera ricchezza di tradizioni, di santità di vita cristiana, di testimonianza; è bello andare tutti insieme verso la Casa del Padre, rappresentata dalla casa di Pietro, senza dimenticare che quella che tutti ci attende è la Casa di Dio, vero approdo del pellegrinaggio dell’esistenza”.
Continua in non pochi umbri la speranza di vedere concretizzarsi una sorpresa che portano nel cuore dopo l’elezione di Papa Leone XIV, quella di vederlo in mezzo a loro in Umbria, ma anche a Roma, il 13 settembre. È un sogno?
“Speriamo che Papa Leone ci faccia questo dono prezioso! Vedremo… al momento non si può dire, ma la speranza rimane”.




