Con una maggioranza parlamentare che vota compatta l’Umbria avrà di certo il suo casinò. Infatti, per l’apertura di 20 casinò in altrettante regioni, per l’Italia si stanno muovendo i pezzi da novanta e “la soluzione” sembra essere vicina anche per Spoleto. Infatti pochi giorni fa si recava a Taormina, ad una riunione dell’Associazione nazionale per l’incremento turistico (Anit), lo stesso presidente della Camera dei deputati, il cattolico Pierferdinando Casini, per presiedere il convegno “Casinò…il Paese attende”. Obiettivo dell’incontro era quello di “senza perdere altro tempo, sostenere con forza l’approvazione della legge statale di istituzione di 20 casinò in vista della presentazione della bozza di legge in Parlamento in ottobre, da parte della X Commissione permanente attività produttive della Camera”. Appena una settimana fa, si era mosso uno dei paladini dell’apertura dei nuovi venti casinò, il vice ministro per le Attività Produttive, Adolfo Urso (An). L’idea di Urso resta quella di creare un’Agenzia nazionale per il turismo, e di finanziarla attraverso una parte (circa il 15-20 per cento) degli introiti dei futuri casinò. Parere nettamente contrario alle posizioni di Urso sono state già espresse dal presidente del Touring club italiano, Roberto Ruozzi (per la serie: il turismo non si rilancia coi casinò), mentre più possibilista è stato il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, che ha comunque dichiarato: “Tuttavia non si può pensare che la liberalizzazione delle case da gioco costituisca l’unica forma di introito per risollevare il settore del turismo”. In Umbria, una prima reazione all’annuncio che Spoleto avrebbe avuto presto il suo casinò, grazie soprattutto al lavoro del consigliere regionale Franco Zaffini e del vice ministro Urso è giunta da Orvieto, da parte di Guido Turreni, di Forza Italia, che sulle pagine elettroniche di Orvietosì scriveva appassionatamente: “Nell’ultima campagna elettorale per le comunali, Forza Italia, mio tramite, aveva proposto nel proprio programma la realizzazione di un casinò o di una casa da gioco municipale (aperta ad enti e privati) per la nostra città. Non voglio fare il presuntuoso, ma come si dice, il tempo è gentiluomo, e quindi mi scuserete se mi tolgo qualche sassolino dalla scarpa, soprattutto nei confronti di chi mi aveva dileggiato per aver fatto una proposta probabilmente intelligente (…) se ci uniamo (con il centrosinistra, ndr) e ciascuno per il ruolo che deve recitare, forse siamo ancora in gioco per battere sul tempo Zaffini (delegato pure dell’Anit), Urso e la città di Spoleto”.
Per i tavoli verdi in Umbria la sfida è tra Orvieto e Spoleto
L'Umbria del casinò
AUTORE:
Nerica Eminovic