Per una società diversa fondata sul dialogo e il rispetto reciproco

Lunedì 25 novembre a Spoleto si svolgerà il Convegno regionale sulle migrazioni

Tutte le genti verranno a teLunedì 25 novembre prossimo, alle ore 9.30, al Teatro “Ciao Melisso” di Spoleto, si terrà il convegno regionale sulle migrazioni intitolato Tutte le genti verranno a te, organizzato dalla delegazione regionale Migrantes della Conferenza episcopale umbra, in collaborazione con l’Ufficio catechistico regionale e con l’Ufficio regionale per la cooperazione missionaria tra le Chiese. Interverrà il direttore del Servizio immigrazione della fondazione Migrantes della Cei, padre Bruno Mioli, il direttore dell’Aur (Agenzia umbra ricerche) di Perugia, Stefano Patriarca, la responsabile del Centro ascolto della Caritas di Perugia, Stella Cerasa, l’esperta Rai sulla normativa dell’immigrazione e dell’asilo, Nerica Eminovic, di cui ospitiamo un intervento in questa pagina. La giornata di studi sarà ospitata al teatro “Caio Melisso” di Spoleto ed affronterà la questione delle migrazioni dei popoli principalmente sotto il profilo statistico, sociale e giuridico. L’iniziativa intende elaborare il contributo delle Chiese dell’Umbria in vista del I’Convegno della Chiesa italiana dedicato agli immigrati presenti nella Penisola, che si terrà nel febbraio 2003 a Roma. Il delegato regionale per la Carità, mons. Riccardo Fontana, vescovo di Spoleto-Norcia, chiuderà il Convegno regionale sulle migrazioni con l’intervento Spunti di riflessione per le Chiese umbre di fronte al contesto migratorio plurireligioso.La migrazione è un fenomeno rilevante nel mondo di oggi. Grazie alle migrazioni, le genti e le culture si incontrano. Nella storia umana, le civiltà si sono sviluppate ed arricchite proprio per gli apporti forniti dai flussi migratori, là dove le culture autoctone e quelle degli immigrati hanno saputo convivere senza frizioni. Tutte le genti verranno a te è il titolo del convegno regionale sulle migrazioni che si terrà a Spoleto il prossimo 25 novembre organizzato dalla delegazione regionale Migrantes della Conferenza episcopale umbra (Ceu), in collaborazione con l’Ufficio catechistico regionale e con l’Ufficio regionale per la cooperazione missionaria tra le Chiese. Si tratterà di un momento di preparazione in vista del convegno che la Chiesa cattolica dedicherà agli immigrati presenti in Italia, programmato per il febbraio 2003 a Roma. “Quella dell’immigrazione”, afferma padre Bruno Mioli della fondazione Migrantes della Conferenza episcopale italiana (Cei), “è la sfida a costruire una società diversa, fondata sul dialogo e il rispetto reciproco. Siamo del tutto consapevoli delle tensioni e dei conflitti esistenti, ma è necessario sviluppare la pratica del dialogo che ci permette di conoscere gli immigrati in una maniera giusta e pertanto di aiutarli a integrarsi meglio nella società”.Per queste ragioni, lo stesso Direttore dell’Ufficio pastorale degli immigrati e dei profughi della fondazione Migrantes della Cei, invita “il Governo ad attenersi al testo originale della legge Bossi-Fini, senza interpretazioni restrittive o contradditorie con lo spirito stesso del testo”. Anche in Umbria il bilancio demografico dei cittadini stranieri è in positivo: 29.492 presenze delle quali 15.291 sono uomini e 14.201 donne, tra cui 5.801 minorenni (3.085 di sesso maschile e 2.716 di sesso femminile). Del fenomeno migratorio si ha facilmente una visione riduttiva e distorta; si è abituati a vedere e a sentire parlare dell’immigrazione come causa di una buona fetta dei problemi dell’Italia, dimenticando, invece, che spesso è la conseguenza di un modello culturale e di sviluppo “imposto” dai Paesi del Nord del mondo che puntano all’occidentalizzazione dell’economia mondiale, aumentando inevitabilmente lo squilibrio economico Nord-Sud. Infatti i Paesi del Sud del mondo oggi sono 50 volte più poveri del Nord, negli anni ’60 erano 20 volte più poveri; il 20 per cento più ricco della popolazione mondiale detiene l’83 per cento del reddito globale, il 95 per cento del credito complessivamente erogato nel mondo e consuma, in media, circa l’80 per cento della produzione. Speranze di ribaltare la situazione o, quantomeno, di migliorarla? Poche, una di esse è il microcredito alle attività produttive dei Paesi del Sud del mondo: a New York si è appena concluso il “Microcredit Summit” con delegati provenienti da 140 Paesi. La prima conferenza si era svolta a Washington, nel febbraio 1997 e aveva lanciato una sfida ambiziosa e intelligente: 100 milioni di microcrediti alle piccole attività economiche dei più poveri e soprattutto delle donne che vivono in condizioni di oppressione e disagio materiale. Risultati? Pochi. Secco è il commento dell’amministratore delegato del portale dell’ “economia informale” microfinanza.it, Mameli Biasin: “Non ci sono investitori, le banche non hanno nessuna intenzione di finanziare il Sud del mondo”. Il convegno quindi vuole offrire ai partecipanti una lettura critica del fenomeno migratorio inserendolo in un contesto globale e di economia globale; attraverso la memoria della storia e dell’esperienza dei 29 milioni di emigrati italiani nel mondo, vuole analizzare gli attuali atteggiamenti sociali e politici nei confronti dell’immigrazione sotto il profilo statistico, economico, sociale e giuridico.

AUTORE: Nerica Eminovic