Perché il “dormitorio” a Terni è da fare

CARITAS. Ulteriori chiarimenti circa l’origine e la destinazione del nuovo Centro Sant’Antonio

Il nuovo centro Caritas Sant’Antonio non cessa di accendere il dibattito cittadino tra petizioni e proteste, che manifestano non solo il disagio ma la superficialità con cui a volte si affrontano le questioni legate alla povertà. La diocesi, insieme alla Caritas, all’associazione di volontariato San Martino, all’associazione San Vincenzo de’ Paoli, alla Comunità di Sant’Egidio, cerca di fare chiarezza riguardo al progetto del nuovo centro Caritas Sant’Antonio, di cui solo una parte sarà destinata ad accoglienza notturna, il cosidetto dormitorio.

Il progetto prende consistenza il 2 ottobre 2012, quando con atto notarile una signora dona all’associazione di volontariato San Martino, che gestisce le opere segno della Caritas diocesana, l’immobile in via Vollusiano, disposto su due livelli, piano terreno e piano interrato per 380 mq, insieme ad donazione in denaro da parte di altri soggetti per i lavori e gli arredi, con l’intento di consentire a persone povere di dormire, lavarsi e prendere dei vestiti puliti.

La necessità di aprire delle stanze per ospitare nelle ore notturne alcuni senzatetto di Terni nasce a seguito della chiusura del dormitorio che il Comune gestiva nella città e soprattutto con l’accentuarsi delle situazioni di povertà. Con l’apertura della mensa San Valentino, la Caritas aveva sollevato il problema e progettava di realizzare un dormitorio nei locali adiacenti, che il Comune si era impegnato a liberare, ma che ancora oggi sono occupati. Lo scorso inverno si è cercato di tamponare l’emergenza freddo ospitando dieci senzatetto, inizialmente nei corridoi degli uffici della Caritas, e per due mesi nel Centro di ascolto a Sant’Antonio.

Da questo fatto nasce la scelta di via Vollusiano, nel rispetto della volontà dei donatori. In via informale sono stati avviati contatti con le autorità comunali, che avevano manifestato il loro apprezzamento, cercando attraverso gli uffici tecnici comunali di trovare una adeguata formula giuridica, non essendo prevista nella legislazione regionale la classificazione edilizia “dormitorio pubblico”. È stata quindi presentata domanda per i lavori di manutenzione ordinaria, necessari a rendere più dignitosa e igienicamente accogliente la struttura che è stata donata.

L’aiuto e il sostegno ai poveri è innanzitutto un dovere civico e cristiano, ed è oltretutto una via per mantenere l’ordine e la sicurezza. È accaduto così alla mensa San Valentino, che ogni sera garantisce un pasto caldo a circa 100 persone, ed è bello vedere come diverse persone del quartiere oggi vi collaborino.

Il centro Sant’Antonio non è un luogo stabile di abitazione, perché gli ospiti vi entrano la sera e ne escono la mattina dopo. E non si deve dimenticare che i senzatetto sono quasi tutti italiani, come ben sanno i volontari della San Vincenzo che ogni sera si recano nei pressi della stazione per offrire un panino e una bevanda.

AUTORE: E. L.