Perché ho scelto di chiamarmi Leone XIV

0
949
Il papa alla loggia della basilica di San Pietro con le mani aperte
Papa Leone XIV saluta dalla Loggia della basilica di San Pietro (Foto Vatica Media/SIR)

Perché Papa Leone XIV. Eravamo certi che la scelta del nome del 267° Papa, che lo Spirito santo ha voluto donare alla Chiesa del Risorto e al mondo intero, fosse legata alla figura di uno dei suoi più grandi predecessori, Leone XIII. Un nome che sintetizza il “programma” del nuovo Pontificato.

Diverse le ragioni del perché Papa Leone XIV

La conferma l’abbiamo avuta consultando la rassegna stampa delle ultime 24 ore dopo l’elezione del cardinale Robert Francis Prevost al Soglio di Pietro. È stato lo stesso neo Pontefice a dare una prima spiegazione la sera della sua elezione (giovedì 8 maggio), mentre era a tavola, a Casa Santa Marta, con alcuni cardinali. Ma quella ufficiale l’ha fornita questa mattina, sabato 10 maggio, all’incontro “a porte chiuse” con i membri del Collegio cardinalizio (elettori e non), nell’Aula del Sinodo, in Vaticano.

Per rispondere a nuove sfide in difesa della dignità umana, della giustizia e del lavoro

“Diverse sono le ragioni – ha detto il Santo Padre, come riportato in una nota dell’agenzia SIR – però principalmente perché Papa Leone XIII, con la storica enciclica Rerum Novarum, affrontò la questione sociale nel contesto della prima grande rivoluzione industriale; e oggi la Chiesa offre a tutti il suo patrimonio di dottrina sociale per rispondere a un’altra rivoluzione industriale e agli sviluppi dell’intelligenza artificiale, che comportano nuove sfide per la difesa della dignità umana, della giustizia e del lavoro”. Interessante è anche la spiegazione della scelta del nome Leone XIV data, come già detto, dallo stesso Papa nella risposta alla domanda di un cardinale poche ore dopo la sua elezione riportata in un articolo pubblicato da Silere non possum.

Il valore fondativo della Rerum Novarum

“La sera dell’elezione – spiega – Papa Leone XIV ha cenato a Casa Santa Marta con tutti i membri del Collegio cardinalizio… Ha voluto sedere accanto a cardinali provenienti da ogni continente: un indiano, un serbo, un cileno, un africano e il Camerlengo, Kevin Farrell. Nel corso della serata, il cardinale africano gli ha chiesto il motivo della scelta del nome Leone XIV. Il Papa ha spiegato che è legata a Leone XIII per due ragioni fondamentali. La prima è il valore fondativo della Rerum Novarum, la prima enciclica che ha sistematizzato la Dottrina sociale della Chiesa: “A partire da quel testo si è generato un percorso dottrinale che ha dato forma a un intero compendio. Il tema del lavoro e delle condizioni in cui vivono i lavoratori mi sta profondamente a cuore”, ha detto il Pontefice.

Vicinanza spirituale e affettiva ai “luoghi agostiniani” di origine di Leone XIII

La seconda ragione è legata alla vicinanza spirituale e affettiva: Leone XIII nacque a Carpineto Romano, dove sorgeva un convento agostiniano. Lì Leone XIII crebbe e lì è nata anche la sua vocazione… Al suo interno si conservano portali del XIII-XIV secolo, con leoni stilofori, sculture religiose e simboliche, epigrafi e affreschi. Il presbiterio ospita una pala d’altare di Sant’Agostino e un catino absidale affrescato da Tito Troja, che raffigura il trionfo dell’ordine agostiniano e la liberalità di Leone XIII… La scelta di Leone XIV – conclude l’articolo – appare dunque come il frutto di una convergenza spontanea, spirituale e profonda, più che di equilibri tattici o pressioni esterne. Un Papa figlio di sant’Agostino, fedele alla tradizione e consapevole delle sfide sociali del nostro tempo”.

I rapporti con l’Umbria, fin da giovane studente agostiniano, di Papa Leone XIV

Come avevamo auspicato nell’editoriale del 2 maggio scorso, a prescindere dal nome scelto, siamo certi che il nuovo Papa continuerà il “legame privilegiato” dei suoi ultimi tre predecessori con la nostra Umbria, sia per i rapporti di Leone XIV con le comunità agostiniane umbre e le località da lui visitate di Cascia, Montefalco, Sant’Eraclio in Foligno, Gubbio e Sigillo, sia perché il predecessore Leone XIII fu vescovo di Perugia per ben 32 anni (1846-1878), diocesi in cui maturò buona parte del suo pensiero-azione pastorale pre-rivoluzione industriale che portò con sé nel suo lungo pontificato (1878-1903), venendo definito dagli storici anche il “Papa rinnovatore”, il “Papa sociale”, il “Papa dei lavoratori”.

Il nuovo Papa “umbro”

La Voce della prossima settimana, in distribuzione venerdì 16 maggio (l’edizione digitale da mercoledì 14), saluterà il nuovo Papa “umbro” con diversi servizi non trascurando i rapporti intercorsi di Leone XIV con l’Umbria fin da giovane studente agostiniano. Rapporti intensificatisi durante il suo mandato di Priore generale dell’Ordine di Sant’Agostino (Osa). 

Nei giorni delle Congregazioni generali, del conclave e dell’atteso Habemus Papam diversi i servizi pubblicati nel nostro sito, curati da Manuela Acito, Maria Rita Valli e Daniele Morini (autore dei video messaggi YouTube), e i commenti augurali dei vescovi umbri a cura di Elisabetta Lomoro con la collaborazione di Michela Massaro e Marina Rosati.

Francesco Carlini e Riccardo Liguori 

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here