Piano regionale rifiuti: resta valido oppure no?

Le valutazioni dei politici umbri

bidoniIl Piano regionale rifiuti è stato approvato nel 2009. Della sua attuazione e validità il Consiglio regionale ha discusso a inizio dicembre. Il piano – aveva spiegato il consigliere Franco Zaffini (Fare Italia) – si basa su 3 punti cardine: incremento della raccolta differenziata con l’obiettivo del 65% nel 2012; chiusura nel 2013 delle discariche di Gubbio e Colognola, Pietramelina a Perugia e Sant’Orsola di Spoleto, e non ampliamento di quelle di Belladanza di Città di Castello, Borgo Giglione di Magione e Le Crete di Orvieto; realizzazione di un impianto per il trattamento termico in provincia di Perugia e messa a regime di un analogo impianto in quella di Terni. “Tutti questi tre pilastri – aveva detto Zaffini – risultano al momento irrealizzati”. La raccolta differenziata è rimasta nel complesso al 50%, anche se in alcuni centri la situazione è migliore: circa il 60% a Perugia, mentre hanno addirittura superato il tetto del 65% previsto dal Piano per il 2012 alcuni Comuni come Torgiano, Piegaro e Giano dell’Umbria. È invece diminuita del 20% la produzione dei rifiuti, ma questo, secondo Zaffini, è dovuto principalmente alla crisi economica. La chiusura delle discariche poi non è avvenuta ed alcune sono state addirittura ampliate. Per i termovalorizzatori il Comune di Perugia non ha ancora indicato il luogo dove realizzarlo, mentre quello di Terni ne ha bocciato la utilizzazione. Entro due o tre anni – aveva detto Zaffini – il “sistema rischia di collassare” se non vengono adottati provvedimenti concreti. A Zaffini aveva replicato l’assessore regionale all’Ambiente Silvano Rometti con una lettura completamente diversa della situazione: “In Umbria non c’è emergenza e non siamo al collasso. Il sistema di gestione dei rifiuti, pur nelle difficoltà incontrate, è governato e in una condizione che ci consente di avere un periodo congruo per le nostre scelte. Il Piano dei rifiuti ha conseguito in questi due anni risultati assolutamente importanti. Abbiamo messo in sicurezza il sistema e ora dobbiamo continuare ad attuare il Piano”. La riduzione del 20% rifiuti – secondo Rometti – non è solo “figlia della crisi” ma è anche frutto della raccolta domiciliare e della rimozione dei cassonetti per l’indifferenziato. Per la raccolta differenziata, l’obiettivo mancato del 65% è “molto ambizioso, tanto che lo stesso ministro ha ipotizzato di rivederlo”. La raccolta differenziata – secondo Rometti – “deve portare al riuso e al recupero dei materiali. Dobbiamo creare una filiera umbra del riuso: il vetro a Piegaro, la carta a Trevi, la plastica a Terni”. L’assessore ha anche sottolineato che l’Umbria “ha scelto di non utilizzare gli inceneritori” e che a chiudere il ciclo di smaltimento dei rifiuti non possono essere le discariche. Bisogna invece guardare alle nuove tecnologie. Quello del 2009 è un Piano “obsoleto ed inadeguato” e l’Umbria – aveva detto il consigliere Damiano Stufara (Prc-Fds) – deve guardare con grande attenzione a quei territori che stanno sperimentando nuove tecnologie, come trattamenti a freddo e meccanici. Bisogna in ogni modo scongiurare il rischio del ricorso ai cementifici come soluzione per la chiusura del ciclo”. Da più parti infatti viene avanzata l’ipotesi di utilizzare i “camini” dei cementifici umbri per bruciare i rifiuti. Ma i cementifici – aveva ricordato il consigliere Orfeo Goracci (Partito comunista umbro) – “non sono stati costruiti per bruciare rifiuti, e si rischia di creare una situazione di grave pericolo, che i cittadini di Gubbio non accetteranno. Le zone in cui insistono le cementerie sopportano già un carico di disagi notevoli: transito di camion, montagne scavate, traffico e territorio rovinato”. “No alla soluzione dei cementifici” aveva concordato il capogruppo del Pd Renato Locchi, secondo il quale il Piano regionale non va rivisto e si deve “trovare la migliore soluzione per la chiusura del ciclo dei rifiuti senza furbizie tattiche”. Resta il problema di trovare questa “migliore soluzione”. Il 2014, con l’“incubo Napoli” è infatti sempre più vicino.

AUTORE: E. F.