Poca acqua negli acquedotti. La Regione invita al risparmio

Razionata l'acqua nel perugino mentre il Trasimeno è in secca

Lotta agli sprechi, campagne di informazione per far risparmiare l’acqua, interventi straordinari per far giungere acqua, con il rilascio di acqua dalle dighe di Montedoglio e Valfabbrica per Tevere e Chiascio: la pesante crisi idrica che interessa tutta la Regione provoca una reazione molto forte. Ai divieti sugli attingimenti per il Trasimeno si aggiungono quelli sui corsi d’acqua. Ma sono allo studio altre ipotesi per far fronte al probabile peggioramento della situazione che potrebbero riguardare divieti per le portate e gli orari d’irrigazione, per le concessioni da corsi d’acqua superficiali nonché per i prelievi da pozzi per uso irriguo. E’ in atto da alcuni giorni la sospensione notturna dell’acqua in 10 comuni del perugino per evitare l’abbassamento eccessivo delle scorte. La situazione, monitorata di giorno in giorno dalle società che gestiscono il servizio idrico, potrebbe migliorare. Ma non si possono fare previsioni a lungo termine. E’ un fatto che in un anno – dal giugno 2001 al 2002 – si è registrata in Umbria una netta diminuzione delle precipitazioni per una percentuale che arriva ad un saldo negativo del 40 per cento. La Regione si è attivata da qualche mese con la richiesta al Governo, accolta, di dichiarazione dello stato di emergenza. Di fatto l’Amministrazione regionale ha investito nell’operazione acqua circa 3 milioni di euro. “Al momento – ha osservato l’assessore all’Ambiente Danilo Monelli – non ci è giunto alcun aiuto statale”. E probabilmente non arriverà. Con le risorse erogate sono state acquistate autobotti, c’è stata la razionalizzazione e l’integrazione di soccorso dei più importanti acquedotti in tutto il territorio regionale. Ma gli interventi devono avere la collaborazione dei cittadini e delle imprese. L’imperativo è risparmiare, evitando abusi e sprechi. In questi giorni ha preso il via una campagna d’informazione e sensibilizzazione sui consumi dell’acqua potabile che coinvolge le emittenti radiofoniche umbre e la Rai regionale. I messaggi non saranno allarmistici ma vogliono far riflettere sulla necessità di un uso razionale dell’acqua. Spot e servizi giornalistici si alterneranno per indurre gli utenti a collaborare per evitare i rubinetti a secco. “E’ la prima volta – ha detto il direttore della sede Rai dell’Umbria, Andrea Jengo – che uno ‘spot’ va in onda all’interno del telegiornale regionale della Rai e tutto ciò è tanto più significativo in assenza di una campagna nazionale di pubblicità progresso sulla risorsa acqua”. Il lago Trasimeno in secca. Bloccati gli attingimenti ma servono controlliE arrivò il blocco dei prelievi d’acqua per il Trasimeno. La situazione è molto grave se si è giunti a questo provvedimento firmato dalla presidente della Regione, Maria Rita Lorenzetti. Dal 4 luglio sono state sospese tutte le concessioni di prelievo d’acqua per uso irriguo dal lago dopo che il livello dell’acqua è sceso al di sotto della soglia ritenuta d’allarme (meno 120 centimetri rispetto allo 0 idrometrico). C’è qualche eccezione. I concessionari che prelevano direttamente da vasche e bacini di accumulo a servizio dei propri impianti irrigui sono esclusi dal divieto. L’ordinanza non riguarda neanche le concessioni per uso potabile e per coloro che utilizzano irrigatori a goccia o microirrigatori a spruzzo. Per quest’ultimo caso si tratta di un messaggio ‘politico’ agli agricoltori: utilizzate questi mezzi, considerati più ecologici. In questo contesto va rilevata la posizione del presidente della Commissione attività produttive della Regione, Edoardo Gobbini, il consigliere regionale ds più votato alle ultime consultazioni elettorali, ma soprattutto un esponente politico che conosce bene i problemi del lago perché ne è l’espressione. Gobbini se l’è presa con alcuni imprenditori agricoli del Trasimeno che – a suo avviso – continuano ad irrigare “giorno e notte, in barba ai divieti concordati e liberamente sottoscritti, quando la stragrande maggioranza di loro ha responsabilmente accettato le restrizioni”. Invita quindi gli enti locali (Provincia, Regione e Comunità montana) ad “intensificare i controlli e a dimostrare la necessaria autorevolezza su questo delicato problema per evitare che il comportamento di pochi furbi dia il via sulle rive del lago ad una assurdae insensata guerra dell’acqua”. Questo intervento dovrebbe far nascere qualche interrogativo. I controlli, adesso e in passato, sono sempre stati effettuati con il necessario rigore? E comunque alcune concessioni trentennali non andavano riviste invece di essere sempre, o quasi, rinnovate?

AUTORE: Emilio Querini