Portatore della Parola

Prosegue la visita pastorale del Vescovo

Il vescovo Sorrentino ci ha delineato un primo e parziale “resoconto” della visita pastorale non ancora conclusa a livello diocesano. Dopo l’incontro con la comunità di S. Maria degli Angeli il suo impegno si è trasferito nelle parrocchie di Costano, Tordandrea, Castelnuovo, Rivotorto, Capodacqua, Passaggio di Bettona, Bettona e infine Cannara. A chi ha rivolto particolare attenzione? “Al primo posto sono stati malati ed anziani. Ho cercato poi, direi ‘disperatamente’, i giovani e a questo punto devo dire che è stata un’impresa: è l’anello ‘debole’ della nostra pastorale, ma in qualche parrocchia ho constatato interessanti premesse, parlando anche con catechisti, genitori, animatori e operatori pastorali”.Ben oltre le formalità scontate, quali aspetti di carattere religioso ha potuto rilevare? “La fede indubbiamente ancora esiste. Tanti la manifestano, soprattutto se legata ad antiche tradizioni di religiosità popolare e di richiesta di sacramenti. Ma la conoscenza della Parola di Dio è insufficiente. Credo abbia fatto colpo il mio presentarmi sempre ‘armato’ di una Bibbia chiedendo ai partecipanti di fare altrettanto: alla fine sono riuscito nell’intento”. Uno sguardo all’attuale situazione delle unità pastorali… “Le comunità parrocchiali sono state visitate una per una, ma ho cercato sempre di far sentire uno stretto legame per dare impulso alla pastorale unitaria che, a dire il vero, stenta ancora a decollare, anche se non manca una iniziativa coerente al progetto delle unità pastorali. L’identità di ciascuna comunità è cosa lodevole, ma il campanilismo frena tante potenzialità”. Quali problemi di carattere sociale sono risaltati con maggiore evidenza? “Ho potuto toccare con mano la condizione delle famiglie insidiate dalla disunione, dal divorzio, dalla scarsa accoglienza della vita… Ho fatto riflettere anche sul fatto che la percentuale dei nostri nati e battezzati è inferiore rispetto al numero di quanti muoiono: discorso che scuote. Si avverte inoltre il problema della disoccupazione, soprattutto giovanile, collegata a forme di disagio”. Quali consigli ha dispensato? “Primo consiglio: ritorno alla Parola di Dio, il che significa una formazione cristiana seria. Secondo punto forte: la valorizzazione, da un lato, dei momenti qualificanti della vita cristiana come la messa domenicale, e d’altro lato la prospettiva, tutta da costruire, di piccoli gruppi in cammino – li ho chiamati ‘comunità di famiglie del Vangelo’ – per dare all’esperienza di fede il calore del rapporto interpersonale: su questo ho ‘seminato’ molto”.Ha trovato nelle zone rurali tracce della passata civiltà contadina? “Naturalmente. Tracce evidenti nella cordialità con cui sono stato accolto nelle case degli anziani, fino al modo come sono stati organizzati momenti ricreativi, per giungere ai prodotti locali portati in dono all’altare. Devo tuttavia dire che la civiltà rurale è ormai sempre più un ricordo e non ho visto molta differenza tra gli stili di vita in Assisi e in S. Maria rispetto a quelli del circondario”.

AUTORE: Francesco Frascarelli