Portò il Concilio a Terni

Diocesi. Venticinque anni fa la diocesi salutava la partenza di un grande vescovo, mons. Santo Quadri, ancora vivo nella memoria

Grande vescovo, Santo Quadri; ha esercitato il ministero apostolico a Terni, Narni ed Amelia dal 1972 al 1983; proveniva dalla diocesi di Pinerolo e lasciò Terni per la nomina ad arcivescovo di Modena. Venne a Terni quale amministratore apostolico con diritto di successione: era infatti vescovo Giovanni Battista Dal Prà, che dette le dimissioni l’anno dopo. Mons. Quadri divenne così vescovo di Terni e Narni, rimanendo amministratore apostolico di Amelia. Undici anni di episcopato, tutti nel dopo Concilio. Al Concilio mons. Quadri partecipò per un anno come ‘perito’ (esperto come era di dottrina sociale cristiana) e poi come vescovo, lavorando fianco a fianco con il cardinale di Cracovia, poi Papa Giovanni Paolo II. Gli anni del dopo Concilio non sono stati anni facili per l’intera Chiesa cattolica e, quindi, per la Chiesa italiana e la diocesi ternana. Anni difficili in cui Santo Quadri esercitò con maestria e prudenza, con grande comprensione ma anche con grande sicurezza, la sua pastoralità. Dette inizio con decisione all’attuazione del Concilio in diocesi. Alcuni tentativi iniziali erano stati condotti da mons. Dal Prà; mons. Quadri raccolse l’eredità e la proseguì con decisione. Cominciarono con lui le assemblee diocesane aperte ai laici ed alle suore, poi diventate prassi comune. Valorizzò i laici in ogni modo. Intraprese i rapporti con la società civile e le autorità in clima di dialogo e, ferma rimanendo la distinzione dei piani di competenza, collaborò in ogni modo possibile per la soluzione dei problemi economico-sociali della città e del territorio. Esperto di dottrina sociale cristiana, con un passato di assistente generale delle Acli, fu sempre vicino ai lavoratori. Celebrò messa nella fabbrica occupata; intervenne con appelli e dichiarazioni. Anche nella Chiesa ternana vi furono tensioni e polemiche proprie del dopo Concilio. A Terni vi fu la scissione delle Acli con la nascita del Movimento cristiano lavoratori (Mcl). Egli tenne i rapporti con ambedue le parti. Su questo problema ed altri simili o di più ampia portata vi furono riunioni ‘tempestose’ alle quali partecipò ascoltando, precisando e dando ragione del suo operato. Per questo fu stimato ed anche amato da tutti. Prese le sue posizioni in tema di referendum sulla legge di divorzio e quella sull’aborto. Famosissima la lettera scritta a Pietro Ingrao, allora presidente della Camera dei deputati, prima dell’approvazione della legge di divorzio. Scrisse tre lettere pastorali ed è stato autore di libri in materia di dottrina sociale cristiana, di azione pastorale per i lavoratori e sul sindacalismo. Un anno prima del suo trasferimento a Modena, preparò e celebrò la venuta di Giovanni Paolo II a Terni: quarantamila persone allo stadio; il colloquio ed il pranzo del Papa con i dipendenti delle Acciaierie. La cosa è nota e viva nella memoria di tutti. Sua ‘specialità’ la puntualità ad ogni incontro e appuntamento: arrivava sempre qualche minuto prima e mai qualche minuto dopo. Ne sanno qualcosa i parroci e gli organizzatori di eventi. Ero presidente diocesano dell’Azione cattolica e quindi suo diretto collaboratore; mi ha onorato, della sua amicizia e gliene sono profondamente grato. Ma la gratitudine più grande va al Signore per averci dato un vescovo come Santo Quadri. Lo ricordiamo in queste pagine anche per essere stato fino all’ultimo lettore affezionato de La Voce.

AUTORE: Nicola Molè