Pregare in famiglia

È stata scritta pensando all'unità della famiglia la Lettera quaresimale dell'Arcivescovo Chiaretti

Si presenta come un dono per le famiglie, spesso in difficoltà e non di rado insidiate dal seme della divisione. Nella sua Lettera per la Quaresima l’arcivescovo mons. Giuseppe Chiaretti inizia proprio riferendosi ai numerosi incontri avuti con tante famiglie in quattro anni di visita pastorale. ‘Ho pensato di raccogliere insieme alcuni spunti di riflessione su un fattore di comunione qual è appunto la preghiera in famiglia’ scrive, ricordando quanto disse il Papa: ‘la famiglia che prega insieme vivrà anche unita’.La famiglia è ‘chiesa domestica’ e i coniugi sono i ‘sacerdoti’ di questa Chiesa, ricorda mons. Chiaretti invitando a pregare in famiglia, insieme, pur avendo presenti difficoltà e obiezioni. Manca il tempo, si sente dire, ma ‘basterebbe spegnere il televisore per qualche minuto, anzi sarebbe bene farlo spesso per consentire ai genitori di parlare tra loro, e ai figli di parlare di più con i genitori’ scrive mons. Chiaretti che ai genitori suggerisce: ‘Se avete da discutere tra voi o con i vostri figli, fatelo pure, ma dopo aver pregato. Vi accorgerete che tutto è più facile e meno dirompente’. La lettera per la quaresima offre anche alcune indicazioni pratiche sul come pregare insieme, partendo dalla tradizione: ‘insegnare ai piccoli la preghiera al mattino e alla sera’; ‘tornare a quel gesto bellissimo e antico della benedizione ai figli’ con le parole della Bibbia ‘Dio ti benedica, figlio mio. Ti affido alla sua protezione’; eppoi la preghiera prima dei pasti, ‘almeno del pasto principale’. Ma il suggerimento di mons. Chiaretti include anche tempi di preghiera più impegnativi, con il rosario al chiudersi della giornata, e ‘se non si può dire l’intera corona, si evochi almeno un mistero’ della vita di Gesù da contemplare. E per chi volesse pregare con la Parola di Dio suggerisce le ‘Lodi al mattino e/o il Vespro alla sera’ e la domenica la lettura del Vangelo. Ma prima tutto, conclude la Lettera, c’è la testimonianza dei genitori ‘come coppia unita dal vincolo sacramentale, che fa del loro vivere insieme, amandosi reciprocamente, il segno visibile dell’amore che Dio ha verso di loro e verso i loro figli e dell’amore tra Cristo e la sua Chiesa’. Famiglia ideale? Forse, risponde, ma certamente punto di riferimento. E in ogni casa ‘non può mancare un segno religioso: un crocifisso, un’icona, un’immagine biblica’. Così il vescovo ha pensato di ‘offrire ad ogni famiglia una riproduzione della splendida icona della Madonna delle Grazie che si trova nella cattedrale di Perugia, perchè sia tenuta in onore in ogni casa. ‘Sia l’icona – conclude la Lettera – che consenta di guardare con gratitudine al mistero dell’Amore Misericordioso di Dio e di essere da Lui guardati’.

AUTORE: Maria Rita Valli