Primo martire pakistano verso la santità

Era il 15 marzo 2015 quando Akash Bashir, 20 anni, rimase ucciso mentre tentava di fermare un attentatore suicida. Questi era diretto dentro la chiesa cattolica di San Giovanni a Youhanabad, zona di Lahore a maggioranza cristiana; e Akash Bashir era del servizio d’ordine allestito dalla comunità per proteggersi dalla minaccia degli attentati. Il giovane non esitò a fermarlo, nonostante la minaccia da parte dell’assalitore di farsi esplodere. Lo fece, causando anche la sua morte. In chiesa era in corso una liturgia molto partecipata e, a detta del parroco che presiedeva, c’erano 2.500 fedeli.

Akash Bashir era un ragazzo semplice che si sentiva parte della sua comunità e protagonista nella fede. Frequentava la scuola professionale dei Salesiani e si nutriva degli insegnamenti del Vangelo. Dal 31 gennaio scorso, memoria di san Giovanni Bosco, è il primo “servo di Dio” del Pakistan.

Una testimonianza che richiama tutti noi – che crediamo a basso prezzo e a bassa intensità – alla fede martiriale di tante Chiese sorelle perseguitate. Una testimonianza anche per tanti giovani battezzati che non sempre hanno consapevolezza dell’immenso dono ricevuto.