Problema sicurezza nel centro di Perugia

Dal centro storico invivibile alla Tosap. I cittadini chiedono scelte coraggiose al Comune di Perugia

In meno di sette giorni ci sono stati due vertici del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica presieduti dal prefetto Enrico Laudanna. Il motivo sono i fatti notturni di disordini, rumori e confusione nel centro storico di Perugia, ma soprattutto gli episodi che hanno coinvolto le Forze dell’ordine. Contrapposizione e resistenza alle richieste della Polizia che hanno portato al fermo di due giovani e una ragazza. Il sindacato di polizia ha reclamato maggiori mezzi e aumento di personale, minacciando altrimenti manifestazioni di protesta. Grande dibattito sui quotidiani, e per strada, sulla “sicurezza del centro”, la sua vivibilità. Quello che avviene nelle notti dell’acropoli è un assembramento di persone, quasi tutti giovani, che arriva al suo culmine dalle 23 alle 3 del mattino circa, e che talvolta in alcuni punti è tale da fare muro, nel senso vero e proprio, a chi vuol passare a piedi o in macchina. Dentro questa massa vi è di tutto, condito di birra. Non parliamo di droga che non si vede, ma si vedono quelli che si appartano e combinano. Il Comitato per l’ordine e la sicurezza, di cui fanno parte i responsabili delle Forze dell’ordine, il Questore, il Presidente della provincia e il Sindaco, ha deciso di prendere iniziative di prevenzione e tutela, ma, ha assicurato il sindaco Boccali, senza blindare il centro che deve essere vivo e aperto a tutti e dove tutti devono rispettare la legge e le regole della convivenza civile. Questo il senso dell’ordinanza che impedisce di vendere alcolici dalle 1.30 alle 05 del mattino, fino al 30 giugno. In molti dubitano possa essere efficace. Il fatto è che intorno a piazza Danti c’è una concentrazione tale di locali (bar, pub, pizzerie ) da rendere la zona fortemente attrattiva per i giovani i quali, va sottolineato, più che comportamenti illegali assumono comportamenti incivili che vanno dagli schiamazzi in piena notte (urla, canti, bonghi…) all’uso degli angoli più appartati come orinatoi. Prevenzione la si fa anche e soprattutto con una diversa gestione del centro, fin’ora pensato più come parco divertimento per i giovani che come spazio vivibile dalle famiglie e da chi lavora. TOSAP. Motivi di preoccupazione per il Comune provengono anche dai suoi cittadini a causa della Tassa occupazione suolo pubblico. Su un cartello esibito fugacemente al consiglio comunale di Perugia si leggeva “La città è di chi la vive non di chi la vende”. È evidentemente una frase provocatoria che vuol portare il discorso sulla città tutta intera, il suo significato, il valore artistico, la conservazione dei beni culturali, l’igiene e la conservazione di servizi necessari per i cittadini residenti. La bagarre che si è scatenata a proposito degli “avvisi bonari” di pagamento ha dato l’impressione che la città fosse veramente svenduta ad una concessionaria che si prende una bella fetta della tassa dovuta (dal 20 al 30%). Ogni cittadino onesto e coscienzioso sa che le cose sono difficili e che il Comune per garantire i servizi essenziali ha bisogno di entrate. Qui si aprirebbe un ampio discorso sulla spesa pubblica, che qui sarebbe lungo. Non può tollerare l’imperizia, la presunzione e tanto meno l’arroganza. Ci sono casi in cui per una concessione rilasciata a più persone per motivo di vicinanza viene richiesto solo ad una di esse il pagamento totale, divenuto esattore del tributo presso gli altri per conto della società che opera per conto del comune. Ora si è avuta una proroga fino al 30 giugno, sia per la tassa del 2010 sia per quella degli anni 2005-2009. I cittadini che hanno bisogno di chiarimento possono recarsi agli uffici della concessionaria. C’è stata anche una riunione tra Comune e la Dogre per fare il punto della situazione. Crocifisso nelle scuole? Sì del Consiglio comunale di Perugia che non è d’accordo con la Corte europeaComune sotto il tiro di fuoco. Ma qualche motivo di apprezzamento per la municipalità cittadina arriva da una altro versante, quello ideale, essendo stato discusso e approvato l’ordine del giorno presentato dalla minoranza, con il quale il Consiglio Comunale “si esprime a favore della presenza del crocifisso all’interno delle aule scolastiche, quale simbolo ispiratore delle radici cristiane dell’Italia, e quale espressione dei principi che soggiacciono ed ispirano il nostro ordine costituzionale”. Tutto è partito dalla sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo del 3/11/2009 in cui si deliberava di togliere il crocifisso dalle aule scolastiche. Il Consiglio ha approvato con 20 voti a favore (opposizione e alcuni esponenti della maggioranza), 3 voti contrari (Bargelli del Pd, Pampanelli di Rc, Neri del Pdci), 3 astenuti. Mauro Cozzari, capogruppo dell’Udc che ha presentato l’Odg, ne ha illustrato il significato, sostenendo che il crocifisso non è una normale suppellettile e neppure un oggetto di culto ma un simbolo di alti valori che caratterizzano la nostra tradizione nazionale. Sono intervenuti in un civile e coinvolgente dibattito tutte le varie articolazioni politiche presenti. Il consigliere del Pd Antonino Chifari ha ringraziato il proprio gruppo per aver lasciato ai suoi membri la libertà di pensiero sul tema, mentre Pier Luigi Neri ha ritenuto che nel contesto multiculturale si debba evitare l’esposizione di un simbolo che può essere offensivo per ebrei e musulmani. Interessanti interventi di Sauro Bardelli (Pd), Giorgio Corrado (Pdl), Otello Numerini (Udc), Leonardo Varasano (Pdl), Massimo Perari (Pdl) e Giuseppe Sbrenna. Alla fine il voto, che onora la storia di una città che mostra a tutti, nella sua principale piazza un grande crocifisso storico, simbolo di fede religiosa e di civile libertà.