Pronti a votare il 12 e 13 giugno

REFERENDUM. La posizione del mondo cattolico sui temi in ballo, in particolare la privatizzazione dell’acqua

“Tutte le forme di espressione della volontà popolare sono forme da apprezzare, stimare e incoraggiare”. Lo ha detto il 24 maggio mons. Mariano Crociata, segretario generale della Cei, rispondendo ad una domanda dei giornalisti a proposito dei referendum del 12 e 13 giugno, durante la prima conferenza stampa della 63a Assemblea generale dei vescovi italiani. “Questioni come l’acqua e simili – ha aggiunto – sono questioni sulle quali ci deve sempre essere grande vigilanza e responsabilità sociale. La cura di questo e di altri beni comuni è fondamentale, perché rimangano e siano salvaguardati e custoditi per il bene di tutti”. I quesiti referendari sono quattro: due relativi alla privatizzazione dell’acqua, uno sul nucleare e uno sul legittimo impedimento. Il referendum passa se viene raggiunto il quorum del 50% degli aventi diritto, quindi devono votare almeno 25 milioni di persone. Secondo i sondaggi, il 70% degli italiani non sa che il 12 giugno si voteranno i referendum, anche a causa della scarsa pubblicizzazione sulle tv pubbliche e private. Nel mondo cattolico vi sono iniziative di promozione dei referendum. Alcuni esempi. La campagna della Rete interdiocesanaÈ stata lanciata nel periodo pasquale la campagna “Acqua, dono di Dio e bene comune” promossa dalla “Rete interdiocesana Nuovi stili di vita”. Al momento vi aderiscono 40 diocesi. La campagna – si legge nel manifesto – è “una proposta cristiana al di sopra di ogni schieramento politico e ideologico, è una campagna che invita ad adottare stili di vita e comportamenti che tutelino questo prezioso bene comune, garantendone la disponibilità per tutti”. In concreto viene proposto alle “Chiese locali, la costruzione di percorsi pastorali, adatti al proprio territorio” e di rinnovare “coerentemente le proprie pratiche”. La Rete interdiocesana è nata nel 2007 e vi possono aderire gli Organismi diocesani incaricati. Info: http://reteinterdio- cesana.wordpress.com. Iniziative nelle diocesiTra le diocesi già mobilitate, con volantinaggi e iniziative varie, in Toscana è stato diffuso nei giorni scorsi un appello alla “cittadinanza responsabile” sul tema dell’acqua “bene comune”, stilato da tutte le Caritas, gli uffici di Pastorale sociale e del lavoro e Missio. “Esercitare il diritto di esprimere la propria opinione in modo informato su questioni cruciali come quelle legate al bene comune – si legge nell’appello –, anche attraverso la partecipazione al referendum del prossimo 12 e 13 giugno, è prendersi cura delle comunità e del mondo nel quale viviamo”. Anche la diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi ha sottoscritto il documento Acqua, dono di Dio e bene comune e organizzato eventi insieme all’Azione cattolica locale, per “approfondire le ragioni del Sì”. La posizione delle associazioniLe posizioni di molte associazioni sono chiare. Don Luigi Ciotti, presidente del Gruppo Abele, ha parlato il 25 maggio a Torino sul tema dell’acqua in vista del referendum. Presentata “Gluglù”, la fontana pubblica di acqua sfusa nata per la promozione di un consumo responsabile e consapevole dell’acqua di rete. Le Acli nazionali, per voce di Alfredo Cucciniello, responsabile del dipartimento “pace e stili di vita”, denunciano che sui referendum “l’opinione pubblica è ancora tenuta all’oscuro. Sembra in atto un tentativo di soffocare le istanze dei comitati promotori dei referendum”. Le Acli hanno anche espresso una posizione sul nucleare, a distanza di 25 anni dal referendum che all’epoca avevano appoggiato. Secondo il presidente nazionale Andrea Olivero, “oggi i rischi sembrano ancora maggiori rispetto ai benefici”. La Fondazione Lanza, tramite l’esperto Matteo Mascia, dopo aver accolto con favore l’abrogazione delle norme per la realizzazione di impianti nucleari in Italia, teme però “il rischio di una strumentalizzazione elettorale” e “che le altre questioni referendarie sull’acqua e sul legittimo impedimento siano affossate”. “Il referendum – aveva detto – è uno strumento di democrazia da valorizzare. Può essere una grande occasione per avviare un dibattito franco e costruttivo, per capire quali strategie mettere in campo”.

AUTORE: Patrizia Caiffa