Provincie. Riconfermato il voto a sinistra

Vittoria del centrosinistra per capacità proprie o per mancanza di veri avversari?

E’ stato quasi un plebiscito per Giulio Cozzari (appoggiato dai 7 partiti del centro sinistra alla riconferma per la presidenza della Provincia di Perugia: 246.167 voti, pari 64,5%. Giovanni Ruggiano, candidato di Forza Italia, Udc e An, si è fermato al 32,7% (molto lontano dal 34,1% di 5 anni fa ottenuto da Bruno Biagiotti). “È stato un attestato di fiducia da parte dell’elettorato, che ha promosso il nostro impegno negli ultimi 5 anni – afferma il presidente Cozzari – che adesso diventa un incentivo a fare di più; programmi ci sono, basta solo svilupparli. Si riprende il lavoro da dove abbiamo lasciato”. La coalizione vincente di centro sinistra non cambia molto come consistenza numerica di consiglieri, ma volti nuovi e percentuali modificate sono le vere novità del voto. Da registrare sicuramente il rafforzamento della sinistra, con Rifondazione che arriva all’8,7%, mentre frena la Margherita che si attesta al 9,7% delle preferenze (12,3 nel 1999), pur rimanendo la seconda forza della coalizione vincente. “Purtroppo non è andata come speravamo – dice il candidato sconfitto Giovanni Ruggiano – Non siamo riusciti a scardinare questo potere, dalle radici profonde, del centro sinistra”. E nel centrodestra Forza Italia è il secondo partito a livello provinciale, con il 15% (dietro i Ds con 32,2% che, però, perdono un seggio) e con un consigliere in più. An si ferma al 12,7% (14,6% nel ’99). Altri partiti in gran spolvero, soprattutto come voti di lista, c’è da sottolineare la prestazione dell’Udc con il 5% (3,5% nel 1999) e dei socialisti riformisti che arrivano al 5,5% (5% nel 1999) e guadagnano un seggio, così come Rifondazione.Il nuovo Consiglio (30 seggi) sarà composto da 10 consiglieri riconfermati e da ben 7 sindaci uscenti: Gianfranco Becchetti di Umbertide, Daniela Frullani di San Giustino, Palmiero Bruscia di Corciano, Fiorello Primi di Castiglion del Lago, Lazzaro Bogliari di Bastia, Gino Emili di Cascia e Riccardo Petroni di Giano dell’Umbria. Gli altri eletti sono Franco Calzini, Domenico Caprini, Giampiero Rasimelli, Annina Botta, Vito Taticchi e Paolo Borgioni per i Ds; Massimo Buconi e Lorenzo Delle Grotti per lo Sdi; per i Comunisti Stefano Ceccarelli; per la Margherita Gino Emili, Riccardo Petroni e Daniele Pinaglia; per l’Udc Luigi Andreani; Guido De Prisco, Luca Baldelli e Fausto Cocciari di Rifondazione. Per Forza Italia Ivo Fagiolari, Edoardo Alunni, Luciano Paci e Stefano Zuccarini. Per An, che può contare anche sul seggio di Ruggiano come candidato a presidente, ci sono le riconferme per Antonio D’Acunto e Bruno Biagiotti e le nuove entrate di Paolo Filipponi e Giampiero Panfili, esce di scena dopo due mandati il consigliere Antonio Aiello. Umberto Maiorca Nella provincia di Terni Andrea Cavicchioli bissa il successo della passata tornata elettorale, anzi migliora di molto la sua performance passando dal 53,49% del 1999 al 65% attuale. Non credo che Maggiolini, costruito all’ultimo momento per competere alle provinciali, e sostenuto da una coalizione di scarso peso potesse aspirare a qualcosa di più. Forse sarebbe stato più logico che si fosse presentato alle comunali dove, per la sua attività nei banchi comunali della minoranza, aveva raggiunto una sua notorietà; ma, crediamo che quelli di Narni, di Orvieto, o dei luoghi più lontani della provincia avessero pochi motivi per ricordarsi di lui al momento di mettere la propria scheda nell’urna. Bene o male il “potere” esercitato per 5 anni dà a chi lo gestisce una visibilità che poi porta i suoi frutti al momento opportuno e per competere ci vuole una persona che abbia almeno una pari notorietà o, alle spalle, partite che abbiano meritato qualcosa presso l’elettorato. Al Consiglio provinciale, inoltre, arrivando più forti sia Rifondazione comunista sia il Partito dei Comunisti italiani che con il loro 10,14% e 6,61%, anche in considerazione del modesto 35,37% di Uniti per l’Ulivo (rispetto al 44,18% che i partiti separati avevano ottenuto nella precedente tornata elettorale), l’asse si sposta verso sinistra. Questo rafforzamento dell’ala estrema della sinistra non so quanto bene possa fare alla provincia ternana, certamente però fa della nostra realtà locale un’anomalia sia rispetto all’Europa dove la scena politica è contesa tra riformisti e moderati e dove i “nostalgici” di un sistema politico ormai fuori uso non hanno peso, sia nei riguardi del resto d’Italia dove pur presenti, questi partiti non raggiungono certo le stesse percentuali e quindi la stessa forza contrattuale. Il discorso fatto per la provincia può valere anche per il Comune di Terni dove Paolo Raffaelli non può che esultare per il largo successo ottenuto: con il 69,11% di voti è stato uno dei sindaci più votati d’Italia! Ha fatto meglio dello stesso Cofferati a Bologna e si sa che Cofferati è personaggio alla ribalta nazionale da tanto tempo. La vittoria è stata tutto merito suo e della giunta che ha presieduto? Volendo fare le pulci ai risultati forse questo potrebbe essere l’interrogativo a cui tenta di dare risposta in questi momenti lo stesso sindaco rieletto e potrebbe essere il dubbio che gli rende meno piena la soddisfazione per la vittoria. Cosa sarebbe successo se gli fosse stato opposto un reale concorrente? Nel porci questa domanda non vogliamo per nulla essere offensivi nei riguardi dell’avv. Messi. Anzi, a lui deve andare molta ammirazione perché si è preso l’onere di andare, all’ultimo minuto, allo sbaraglio vista l’incapacità di chi doveva pensare per tempo ad una alternativa alla giunta Raffaelli e non ci ha pensato o non è stato capace di concordare una proposta che potesse aver tempo di crescere e farsi valere nell’opinione pubblica. Anche nel Consiglio comunale come già per quello provinciale quello che lascia perplessi è vedere aumentare i consensi per Rifondazione comunista e per il partito dei Comunisti italiani, tanto che oggi, nonostante il consolidamento delle posizioni della Margherita, il Consiglio comunale è più di sinistra di quanto non lo fosse nella passata amministrazione; è da questa anomalia che la società ternana non riesce a venir fuori ma di questo non è il momento di parlare sebbene non dovrebbe essere elusa.

AUTORE: Gianni Colasanti