Quali deleghe a chi

POLITICA. In via di definizione la Giunta regionale

La nuova presidente Catiuscia Marini si è insediata ufficialmente. A palazzo Donini c’è stato il passaggio di consegne con la presidente uscente, Maria Rita Lorenzetti, che ha guidato la Regione Umbria negli ultimi dieci anni. La Giunta è in via di definizione, e la “priorità del nuovo governo regionale sarà in assoluto la crisi economica ed occupazionale”, ha detto la Marini, visibilmente emozionata per questo esordio. La Marini ha rivolto “un forte grazie alla Lorenzetti da parte degli umbri per quello che ha saputo fare in questi dieci anni”. Lo scambio di complimenti è proseguito da parte della Lorenzetti, commossa per l’addio, dicendo che “Catiuscia sarà una grande presidente”, prima di donare alla Marini un libro sul palazzo che ospita la Giunta ed un mazzo di garofani rossi. Il cambio al timone del governo regionale è avvenuto; ora manca l’ufficialità per i componenti della nuova Giunta. Dopo decine di incontri e discussioni con i vari componenti della coalizione che sostiene la Marini (cioè Partito democratico, Italia dei valori, Federazione della sinistra, Socialisti) il quadro pare essere diventato più chiaro per i nomi, mentre per le deleghe c’è sempre spazio per le sorprese. In particolare la Sanità è la poltrona più importante, considerato quando incida la spesa sanitaria (più della metà) sul bilancio regionale. Per il Pd la rosa è composta da Vincenzo Riommi, Fernanda Cecchini e Gianluca Rossi (il terzetto è di area bersaniana) e da Eros Brega e Franco Tomassoni (di area democratica, vicina a Gianpiero Bocci). L’Italia dei valori punta su un’esterna, Carla Casciari, anche per rispettare lo statuto che prevede le dimissioni da consigliere per chi è stato eletto se viene nominato assessore. E quindi è più “semplice” chiamare un’esterna, piuttosto che chiedere le dimissioni a Paolo Brutti oppure a Oliviero Dottorini. La Federazione della sinistra si è dimostrata la compagine più turbolenta in questo periodo, forse sia per la coesistenza delle diverse anime, Comunisti italiani e Rifondazione comunista, che per dissapori interni rispetto al nome da sottoporre alla Marini. Alla fine ce l’avrebbe fatta Damiano Stufara, assessore uscente, eletto in Consiglio. I Socialisti otterranno la conferma, come scontato, di Silvano Rometti. Sarebbero rimasti fuori dal gioco – cioè dall’esecutivo – Orfeo Goracci (Federazione della sinistra) e Renato Locchi (Pd). Ma c’è sempre in palio la presidenza del Consiglio che passerà, come sempre, attraverso un accordo di maggioranza, anche se non sarà così semplice portarlo a termine.

AUTORE: Emilio Querini