Quando la rapina è davanti a casa tua

Di fronte a casa mia, in pieno centro storico del capoluogo, c’è una piccola gioielleria con una storia familiare antica e modesta, seria e rigorosa, durata nel tempo secondo i canoni del lavoro artigianale tradizionale. Ebbene, nel giro di meno di due mesi per due volte è stata visitata dai ladri, che hanno sfondato la vetrina ed hanno asportato ciò che hanno potuto. L’allarme ha suonato a lungo, ma nessuno si è mosso se non tardivamente. Alcuni malviventi hanno forzato la saracinesca e hanno portato via mezzo chilo d’oro esposto in vetrina insieme a collane, bracciali e anelli. La scoperta del furto è avvenuta la mattina successiva. Quando avverti così da vicino un fatto del genere rimani sorpreso e senti più impellente la preoccupazione. Si suol dire che il mondo è stato sempre uguale e quello che succede ora di negativo e criminale fa più impressione oggi perché ne parlano giornali e televisione, mentre un tempo non se ne sapeva nulla. È certamente vero, ma non è un motivo per non farsi delle domande e chiedersi perché. Sono andato a sfogliare qualche quotidiano di questi giorni, e le informazioni si allargano agli omicidi suicidi, alle violenze sulle donne, ai furbi che riscuotono le pensioni di persone defunte, alle truffe in bilancio, a risse notturne con coltellate tra giovani, morti per overdose, agriturismo a luce rosse. Oggi si viene a sapere che il numero di donne, soprattutto straniere, dedite “professionalmente” alla prostituzione sarebbe di varie centinaia. Per non venire a sapere queste cose e avere un animo sgombro da cattivi pensieri, non si dovrebbero leggere i giornali, chiudere radio tv. Ma come è possibile? Dobbiamo pur renderci conto di come stanno le cose, si diceva. Una delle più tristi di queste notizie è la delinquenza nello sport. Il re del ciclismo internazionale Armstrong alla fine ha confessato che, sì, lui si era dopato. Rimane oggetto di culto per molti tifosi. Ha detto pure che chi doveva sapere sapeva. C’è in atto tutta una ricerca per delineare i confini, smisurati, delle partite di calcio truccate e del giro internazionale di affari per le scommesse. Lo sport che, per definizione, dovrebbe essere al di sopra di ogni sospetto e brillare per la lealtà e la correttezza dei comportamenti, diventa un gioco di inganni e falsità. Stadi strapieni di gente illusa di stare ad assistere ad una gara, “portata in giro” da furbacchioni che hanno già venduto e/o comprato la partita. E pensare che le tifoserie di azzuffano pure tra loro. Illusi, non del tutto, però… A questo punto la disonestà esistente nell’ambito della politica assume una connotazione e una contestualizzazione che la rende spiegabile. Voglio dire che non funziona più la divisione tra “società buona” e “politica cattiva”. Diceva con linguaggio drammatico un religioso e intellettuale del Cinquecento che aveva girato l’Europa alla ricerca di un Paese che fosse migliore del suo (Bernardino Ochino, senese del XVI secolo) e più vicino al Vangelo: “Le ali dell’Anticristo sono presenti ovunque”. Qualcuno dirà: e allora? Già, e allora? Che possiamo pensare, che possiamo sperare, che possiamo credere? Sono le domande classiche della saggezza umana, antiche e sempre nuove. Bisogna porsi le domande. Chiudere ai furbi, agli arroganti, ai prepotenti, agli strilloni di piazza, agli accumulatori esibizionisti di ricchezze inutili, ai loquaci arrampicatori di sofisticati stili di vita. Porsi le domande, anche se non svettano nelle classifiche degli ascolti e non hanno seguito nelle trasmissioni televisive. Una società sobria, pensosa, onesta, che cerca la giusta via per dare risposta alle umane esigenze dei singoli e delle comunità, per un bene che sia da condividere.

AUTORE: Elio Bromuri