Quattro proposte concrete da “affidare al Paese” tramite la presenza del presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni. A farle al Governo è il mondo cattolico, a partire dagli impegni che la Chiesa italiana si assume in prima persona. Lo ha spiegato Sergio Gatti, vice presidente del Comitato scientifico e organizzatore delle Settimane sociali, parlando della 48a edizione dell’evento ecclesiale in corso a Cagliari (dal 26 al 29 ottobre). “Si tratta di quattro proposte su quattro temi molto precisi, ma che potranno essere arricchite e probabilmente anche ampliate dal dibattito”, ha spiegato Gatti. Niente di già preconfezionato, dunque, ma “un cantiere aperto”, come ha precisato mons. Filippo Santoro, arcivescovo di Taranto e presidente del Comitato. I temi delle quattro proposte concrete – ha spiegato Gatti rispondendo ai giornalisti che gli hanno chiesto di entrare nel dettaglio – sono tratte dall’Instrumentum laboris della Settimana di Cagliari, e riguarderanno quattro ambiti: la formazione; il nuovo lavoro, con riferimento alla cosiddetta gig economy e al pericolo del caporalato digitale, processi che “vanno governati, non subìti”. Poi, i nuovi modelli di vita, con la necessità di “suddividere il nostro tempo liquido, riconoscendo la distinzione tra lavoro tradizionale e lavoro di cura”; e l’Europa “come nostra casa comune, unica modalità con cui possiamo realmente affrontare le sfide di un mondo sempre più globalizzato”. Tra i temi sotto la lente d’ingrandimento, ha annunciato mons. Fabiano Longoni, direttore dell’Ufficio Cei per i problemi sociali e il lavoro, anche l’alternanza scuola-lavoro, “tema su cui oggi si dibatte molto e per affrontare il quale bisogna proseguire sulla formazione duale, che in Germania ha già fruttato una riduzione consistente della disoccupazione giovanile”.