Qui Francesco rinunciò a tutto

ASSISI. Incontro di studio sul vescovado nel XIII secolo: storia, arte e san Francesco

Promosso dal vicariato episcopale per la cultura, venerdì 18 scorso si è svolto presso la chiesa di S. Maria Maggiore, messa a disposizione dal parroco padre Carlo Chistolini, un incontro culturale: moderatore Marco Marchini, presidente della Pro Civitate Christiana. Il vescovo mons. Sorrentino ha intrattenuto inizialmente i presenti con una sottile riflessione in particolare incentrata su sorella morte. È toccato a Francesco Santucci affrontare il tema “Note storiche del vescovado nel XIII secolo”. La realtà architettonica attualmente visibile doveva essere ben diversa dalla realtà originaria, così ha dichiarato il noto studioso, ammettendo l’esistenza di un unico complesso costituito dal palazzo vescovile e dall’attigua chiesa di S. Maria Maggiore, edificati su mura e strutture di epoca romana (compresa la dimora attribuita a Sesto Properzio), palazzo e chiesa comunicanti attraverso una porta ed un passaggio sotterraneo. Suggestiva l’ipotesi di due “distinte” piazze: una piazza antistante la chiesa di S. Maria Maggiore più elevata, altra piazza antistante il palazzo vescovile più in basso; il dislivello tra le due piazze superato grazie ad una scalinata. Ma cosa rimane oggi del palazzo vescovile al tempo di san Francesco? Testimonianze, suffragate da documentazione, sono emerse in seguito ai lavori di ristrutturazione effettuati prima e dopo il terremoto del 1997. Individuabili o intuibili il portale d’ingresso del palazzo vescovile, altre stanze e persino il chiostro dove Francesco avrebbe rinunciato ai beni paterni. Nicolangelo d’Acunto, relazionando sui vescovi di Assisi nel primo secolo del francescanesimo, ha evidenziato il rapporto affettuoso tra Francesco e il vescovo Guido I destinato a diventare suo protettore; sostanzialmente positivo anche il rapporto con l’ “iracondo” vescovo Guido II. Esaminato poi il travaglio religioso coinvolgente i vescovi francescani, dei quali sono state enunciate idee guida e azioni promozionali a livello pastorale e civile; approfondita la figura di Nicolò da Calvi nella duplice mansione di frate e vescovo. Le tracce artistiche nel vescovado a partire dal XIII secolo sono state illustrate da Elvio Lunghi con l’ausilio di diapositive. Circostanziato il suo commento in merito alla parte esterna del palazzo vescovile (più ridotto al tempo di Francesco) ed in merito agli interni che, situati sotto l’odierna residenza del vescovo, vengono utilizzati dopo il ripristino come uffici diocesani e sede peraltro dell’archivio. Non sono mancate ipotesi ed affermazioni su capitelli, monofore, mensole, muri tamponati, una significativa epigrafe, decorazioni, frammenti di affreschi ed auspicabili recuperi. Messa in luce la presenza e l’opera pittorica di Pace di Bartolo. A conclusione il saluto del vescovo Sorrentino con una lettura francescana, la benedizione e la visita guidata al corpo di fabbrica episcopale.

AUTORE: Francesco Frascarelli