Qui la fede, là la vita

Le grandi enunciazioni di principio dell’esistenza cristiana troppo spesso non si attivano nei grandi momenti dell’esistenza umana. Qui la fede, là la vita. Giovani credenti e praticanti scelgono la facoltà universitaria a prescindere totalmente dalle indicazioni della loro fede. Ragazzo mio, hai fatto per quattro anni il catechista e adesso non metti in conto, nello scegliere la tua futura professione, il primo capitolo del catechismo che i tuoi Vescovi ti hanno messo in mano? Che la fede ti è stata data perché tu faccia crescere il Regno di Dio e la Chiesa. Che il Vangelo non conosce anime belle, votate interamente e unicamente alla propria intima perfezione. Che il seme deve fruttificare, a tutti i livelli. La componente sociale deve essere determinante nella scelta della facoltà universitaria, per noi che a Messa preghiamo così: ‘Tu riunisci in una sola, grande famiglia, gli uomini creati per la gloria del tuo nome, redenti dalla croce del tuo Figlio, segnati dal sigillo dello Spirito’. E ancora: ‘La tua Chiesa sia testimonianza viva di verità e di pace, perché tutti gli uomini possano aprirsi alla speranza di un mondo nuovo’. Una sola, grande famiglia, un mondo nuovo: è tutto qui l’impegno sociale. Dovrebbe esserlo, determinante, anche nella celebrazione del matrimonio, la componente sociale, se è vero quello che affermano gli esegeti più avveduti, che, rileggendo il famosissimo lemma del Genesi (‘Crescete, moltiplicatevi e dominate la terra’) ci avvertono del ‘valore epesegetico’ di quell”e’, come dire ‘Crescete e moltiplicatevi, cioè dominate la terra’. Rendete umano il mondo: non c’è altro modo di crescere e moltiplicarsi. Ma quel giorno il fulgore del matrimonio cristiano, già offuscato nell’ansia dei preparativi, annega nelle sviolinate corrusche dei flashes. Einaudi ha pubblicato l’altro ieri One World, il libro nel quale il filosofo australiano Peter Singer, riprendendo le analisi di autori scientifici come Wallerstein e Chosudovsky, definisce il mondo che sta venendo fuori dalla deteriore globalizzazione che abbiamo innescato ‘un mondo di disuguali, tra i quali come nel Far West quella che vale è la legge del più forte’. E in questo contesto esistono da noi giovani credenti e praticanti che scelgono la facoltà di medicina per fare soldi, magari dedicandosi al disperato ringiovanimento di vecchie cariatidi restie al passare del tempo. Prosit.