Il “Rapporto economico e sociale dell’Umbria 2018-19” e il commento della presidente Tesei

“La ricerca e lo studio dell’Aur ha evidenziato le molte criticità di cui soffre l’Umbra, e che avranno bisogno di riflessioni molto serie ed approfondite per superare le distorsioni che sono presenti nella nostra Regione”.

Lo ha affermato la presidente Donatella Tesei, il 13 dicembre, in occasione della presentazione del Rapporto economico e sociale dell’Umbria 2018-19, a cura dell’Agenzia Umbria ricerche (Aur). La presentazione si è tenuta nel salone d’onore di palazzo Donini a Perugia, moderata da Giuseppe Coco, direttore della rivista Aur& s.

“Bisogna invertire la rotta – ha sottolineato la Presidente. – Abbiamo visto come in Umbria in questi anni sono arrivate molte risorse che però, se i risultati sono quelli che abbiamo appena visto, forse non sono state indirizzate nella direzione giusta. Evidentemente questo è il momento delle scelte e non più della distribuzione a pioggia”.

“Ci sono settori – ha proseguito Tesei – che sono utili allo sviluppo della nostra Regione, e ai quali dunque va data priorità. Saranno scelte che faremo insieme alle imprese, alle Università, ai Centri per la formazione. Uno degli obiettivi dovrà essere quello di conciliare domanda e offerta nel mondo del lavoro, oltre a dotare l’Umbria di quelle infrastrutture necessarie per un collegamento efficace, sia in entrata che in uscita, con l’Italia e il mondo”.

L’apertura dei lavori è stata affidata al commissario straordinario dell’Agenzia Umbria ricerche, Stefano Strona, mentre l’intervento di presentazione, dal titolo “L’Umbria com’è, l’Umbria come potrebbe essere”, è stato svolto da Elisabetta Tondini e Mauro Casavecchia, i due responsabili della ricerca dell’Aur. La scaletta degli interventi è poi proseguita con alcuni approfondimentitematici.

Il primo, del prof. Sergio Sacchi, su “La quarta rivoluzione industriale”. Il “Made in Umbria” è l’argomentoche ha affrontato il prof. Antonio Picciotti, dell’Università degli studi di Perugia. Meri Ripalvella, ricercatrice dell’Aur, si è invece occupata, nel terzo approfondimento, delle trasformazioni demografiche dei territori. Infine il prof. Luca Ferrucci, dell’Università di Perugia, ha parlato delle ”Spese pubbliche per interventi sociali”.

“Il quadro che emerge dal Rapporto scrivono gli autori della ricerca – suggerisce l’immagine di una Regione che ha bisogno di recuperare la sua capacità di generare reddito e, più in generale, di rafforzare la sua attrattività, non solo per chi la vuole visitare ma prima di tutto per chi ci vuole vivere, lavorare, studiare, intraprendere”.

Se è vero – aggiungono gli autori – che “in Umbria tutto sommato si vive ancora bene” perché “il tessuto sociale appare abbastanza coeso”, e la soddisfazione per la vita “nel complesso continua a stazionare su valori medio-alti”, tuttavia “il futuro è a rischio: popolazione in calo, squilibri demografici, generazionali e territoriali, declino economico, impoverimento della capacità produttiva, scarsa incisività degli investimenti pubblici e privati nel rafforzamento della produttività e nell’innalzamento della competitività del sistema, e in generale i ritardi cumulati nell’affrontare gli annosi problemi strutturali e infrastrutturali stanno ponendo l’Umbria in una condizione di estrema vulnerabilità”.

“Se – sottolineano perciò – le potenzialità dei motori di sviluppo economico non verranno opportunamente rafforzate, la perdurante difficoltà a generare reddito rischia di rendere insostenibile il funzionamento dei propulsori di benessere (istruzione e formazione, servizi sociali e sanitari, servizi territoriali e ambientali), mettendo in discussione il tenore e la qualità della vita che oggi caratterizzano la Regione”.