
Nel novero delle numerose forme della pietà popolare che accompagnano la vita sacramentale della Chiesa (reliquie, santuari, pellegrinaggi, processioni, «via crucis», …), le reliquie sono tra le più antiche. Si tratta di resti mortali di uomini e donne venerati come santi, oppure di oggetti ritenuti santificati dal loro contatto. I casi più remoti sono quelli dei corpi dei martiri. La fede cristiana ha superato il rapporto dell’ebraismo e del paganesimo nei confronti dei cadaveri.
Greci e romani conservavano come reliquiae (avanzi, resti) oggetti appartenuti ad antichi eroi, ma non i loro corpi; gli ebrei, dal canto loro, aborrivano il contatto con i cadaveri, ritenuti contaminanti. Al contrario i cristiani vedono i resti mortali dei martiri come pignora, cioè segni che garantiscono che il santo continua a far parte della sua comunità, dandole il proprio sostegno con il soccorso miracoloso. Nel tempo l’importanza delle reliquie cresce, al punto che la venerazione loro riservata è seconda soltanto all’adorazione dovuta a Dio.
Reliquie, fenomeni di urbanizzazione
I luoghi dove si conservano corpi di santi o reliquie particolarmente significative, ad esempio quelle legate all’esperienza storica di Gesù, esercitano una forte attrazione sulle popolazioni circostanti e talvolta originano fenomeni di urbanizzazione. In Umbria questo è noto, ad esempio, per Foligno, dove la nuova città, erede di quella romana, sorge attorno alla basilica eretta sul sepolcro del martire Feliciano nel X secolo.
Sul finire del secolo successivo, nella diocesi di Città di Castello è fondato il monastero di Sansepolcro, dove sono custodite reliquie gerosolimitane (provenienti da Gerusalemme, ndr): anche in questo caso la forza attrattiva delle reliquie, assieme ad altri fattori, innesca il processo genetico della città.
I vescovi, già nell’alto medioevo, assumono il controllo dell’uso delle reliquie e in alcuni casi fanno di esse il fondamento della loro autorità religiosa. Ciò è piuttosto evidente nella nostra regione, dove, nel corso dell’XI secolo, molti vescovi riorganizzano la vita religiosa attraverso la venerazione delle reliquie dei santi patroni.
False reliquie, autentiche e il loro uso
Per evitare il fenomeno delle false reliquie nascono le autentiche, piccole etichette che identificano le reliquie stesse. Nel 1215 il Concilio Lateranense IV proibisce l’ostensione di reliquie fuori delle teche. Tuttavia, questi tentativi non riescono sempre ad arginare le derive superstiziose, contro le quali si scaglia, ad esempio, san Bernardino da Siena.
A partire dal XIV secolo, progressivamente, si sviluppa la pratica del culto privato, attraverso la diffusione di reliquie molto piccole. Nel medioevo e nell’età moderna le reliquie fanno parte della vita pubblica di una comunità. Si pensi, per quanto riguarda l’Umbria, a quanto avviene a Perugia con il sant’Anello, trafugato da Chiusi a Perugia il 29 luglio 1473 e da subito difeso dalle autorità comunali contro le pretese di restituzione dei chiusini. Le reliquie, infatti, sono considerate un vero e proprio tesoro capace di ottenere la protezione divina mediante l’intercessione del santo, ma anche in grado di conferire prestigio e lustro alla città che le detiene.
Il Concilio di Trento, nel dicembre 1563, impone ai vescovi di istruire i fedeli sull’onore dovuto alle reliquie e sull’uso legittimo delle immagini; inoltre, precisa che nella venerazione delle reliquie devono essere eliminate superstizione e ricerca di denaro. Così disciplinato, l’uso delle reliquie giunge fino ai nostri giorni.
Il fenomeno del collezionismo
Ormai da alcuni decenni, alla venerazione comunitaria e alla devozione privata si è affiancato un nuovo fenomeno, che ha fatto uscire le reliquie dall’ambito propriamente religioso e ha dato vita a un interesse collezionistico che rischia di favorire abusi e di decontestualizzare questi particolari oggetti dalla loro storia, rivitalizzando quei fenomeni superstiziosi contro i quali si sono scagliati sia i predicatori tardomedievali che le disposizioni del Concilio di Trento.
Andrea Czortek