Riaperta la cattedrale di San Benedetto

Gualdo Tadino / Per la festa del Patrono

Un beato Angelo all’insegna del freddo e del gelo, dopo due mesi insolitamente miti che avevano portato alla fioritura del biancospino già alla metà di dicembre. Un forte vento di tramontana – che ha superato, nella notte tra il 14 e il 15, i 100 Km./h – e un continuo fioccare di neve, hanno accompagnato tutte le celebrazioni del Patrono gualdese. Sul freddo, nulla di eccezionale; insolito invece l’evento caratterizzante: la riapertura, dopo i restauri del sisma, della basilica di San Benedetto. Apertura prevista prima di Natale, poi per l’Epifania ed, infine, slittata alla festa patronale, solamente grazie all’impegno (giorno e notte) di un’intera squadra di operai. All’imbrunire di domenica 14 gennaio, è stato proprio il vescovo diocesano, mons. Sergio Goretti, a guidare la cerimonia con cui Gualdo Tadino si è finalmente riappropriata del suo principale edificio religioso che si affaccia in quella piazza dove, tre mesi or sono, fu ri-inaugurato il Municipio e dove, purtroppo, la trecentesca chiesa di San Francesco è ancora inagibile. Dopo tre anni di celebrazioni in tensostrutture, finalmente in chiesa. Un beato Angelo, quindi, all’insegna della ricostruzione, come ha sottolineato lo stesso mons. Goretti prima di presiedere alla liturgia dei Vespri solenni, in una chiesa gremita come non mai. Presente alla cerimonia anche il sindaco, Rolando Pinacoli, che ha offerto a nome dell’Amministrazione comunale l’olio che farà ardere per tutto l’anno la lampada votiva sopra le spoglie del Beato di Casale. Affollata anche la Veglia di preghiera animata dai giovani della parrocchia di San Benedetto alle ore 21. Molta meno gente – e comprensibilmente – ha invece affrontato la bufera di neve e vento che ha imperversato nella notte per partecipare alla fiaccolata, anzi, alle due fiaccolate che si sono ricongiunte davanti al miracoloso biancospino dopo essersi snodate rispettivamente dalla basilica e dall’appena restaurato eremo del beato Angelo; quest’ultima, organizzata dalla locale sezione del Cai, ha ripercorso le orme del corteo funebre che, in quel lontano 15 gennaio del 1324, accompagnò la salma del Beato alla sua sepoltura, mentre, come raccontano le cronache, i cespugli di biancospino fiorivano nella neve. Una rievocazione verosimile, visto il gran freddo. Temperatura decisamente sotto lo zero, ma condizioni atmosferiche migliori, invece, per le celebrazioni di lunedì 15: in tarda mattinata la solenne Concelebrazione eucaristica sempre presieduta dal vescovo mons. Goretti; nel primo pomeriggio la rievocazione del Transito delle spoglie del beato Angelo e, infine, la celebrazione dei Vespri, anche quest’anno affidata a mons. Pietro Bottaccioli, vescovo di Gubbio.

AUTORE: Pierluigi Gioia