Ricostruzione: è l’ora delle chiese

Case Basse di Nocera Presentato il progetto della nuova chiesa

Gli abitanti di Case Basse di Nocera Umbra vedono avvicinarsi il giorno della ricostruzione delle nuova chiesa parrocchiale che sostituirà l’attuale, gravemente lesionata dal terremoto del 1997. Sabato scorso si sono ritrovati nella canonica di San Giovenale, per assistere alla presentazione del progetto, ed è stata una festa iniziata con una gustosa, cena preparata dagli abitanti. Erano presenti anche il sindaco Antonio Petruzzi e l’Assessore ai Lavori pubblici. Mons. Girolamo Giovannini, parroco di San Giovenale, ha presentato il progetto. ‘Mentre vi sto parlando sono in corso i restauri della Chiesa di Santa Croce, che ha più di mille anni; si spera che la nostra nuova chiesa possa sopravvivere oltre le quaranta generazioni, così che i posteri, potranno esprimere il proprio parere’. Don Girolamo ha ricordato che il ruolo dell’edificio sacro è quello di svolgere la funzione di accoglienza, deve rappresentare la pace, la serenità, il luogo della preghiera, poiché al suo interno si svolgono tutte le funzioni più importanti della vita di un cristiano. ‘La Chiesa è la casa del popolo cioè la casa di Dio’. È naturale che la chiesa del 2000 deve rispondere alle esigenze della comunità oltre che a quelle dell’ambiente in cui è situata. A Nocera non c’è una chiesa moderna significativa e per questo il vescovo mons. Sergio Goretti ha dato il suo parere favorevole per una costruzione moderna adeguata al nostro tempo. Nel 1997, anno in cui il terremoto ha distrutto o reso parzialmente inagibili l’80% delle abitazioni, Case Basse era stata scelta dalla Caritas italiana per realizzarvi il Centro regionale di coordinamento dei volontari della Caritas . Il parroco don Giovannini ricorda con entusiasmo i circa 10.000 giovani che si sono alternati nel periodo che va dall’immediata emergenza fino al gennaio 2001. Disposti a svolgere qualsiasi tipo di mansione, pur di aiutare i terremotati della zona, i giovani passavano dallo smistamento immediato di cibi e vestiario, a lavori più pesanti, come la raccolta delle uve, delle olive, e qualsiasi altra attività loro richiesta, operazioni che, nella maggior parte dei casi, nessuno di loro aveva mai svolto. I nocerini, ancora oggi, ringraziano questi giovani che hanno trascorso giorni particolarmente difficili accanto a chi ha perso la propria casa. A volte per la cena occorreva fare i turni, ricorda don Girolamo, non era semplice preparare i pasti per due o trecento persone. La struttura ospitante, la canonica, aveva subito danni, pertanto per poter dormire si usavano grandi tende comuni; nonostante il lavoro difficile di conforto e di assistenza c’era la gioia dello stare insieme e di esorcizzare la paura. Don Girolamo Giovannini ricorda con orgoglio il pellegrinaggio, in occasione del Giubileo, di 95 giovani che a piedi, in sei giorni di marcia, si sono recati da Nocera Umbra a Roma, portando con sé il necessario per l’accampamento. Un’esperienza che lo ha toccato profondamente e che non dimenticherà mai.

AUTORE: Marta Ginettelli