Ridateci Bill Clinton!

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Bill Clinton non è stato un modello di fedeltà coniugale e forse non è fra i più grandi presidenti degli Stati Uniti. Ma magari lo avessimo oggi! Nel 1993 fece da mediatore fra il governo israeliano e colui che era il capo carismatico e storico dei palestinesi, Yasser Arafat (non un timido buonista, diciamo) e fece fare grandi passi avanti (purtroppo non definitivi) alla formula “due popoli, due stati”, che fu accettata da entrambe le parti. All’epoca la sensazione fu così forte, che il premio Nobel per la pace del 1994 fu assegnato, congiuntamente, ad Arafat ed ai due leader israeliani Shimon Peres (capo dello stato) e Yitzhak Rabin (capo del governo). Ma quel premio era stato dato troppo in fretta, per eccesso di ottimismo.

Poco più di un anno dopo Rabin fu ucciso da un israeliano estremista, e anche in campo palestinese si rafforzarono i gruppi estremisti, fra cui Hamas; da allora le cose sono peggiorate, sino al momento attuale. C’è stata, è vero, l’8 giugno 2014, quella straordinaria giornata in cui per invito di Papa Francesco si videro in Vaticano, per un incontro di preghiera, il vecchio Peres, ancora in carica ma per pochi giorni, e il capo dell’Autorità Nazionale Palestinese, Abu Mazen.

Fu una cerimonia toccante ma anche malinconica, perché si sapeva che in entrambi i campi prevalevano ormai le forze estremiste e che quei due anziani leader di buona volontà erano il passato, non il futuro. Ma per quanto allora fossimo disincantati, non avremmo previsto quello che è accaduto poi: la strage del 7 ottobre 2023 perpetrata da Hamas contro gli israeliani, lo sterminio della popolazione di Gaza, gli attacchi israeliani in Libano, da ultimo la vera e propria guerra tra Israele ed Iran. E non c’è più un Clinton alla Casa Bianca, ma c’è Trump il cui linguaggio e i cui gesti non ispirano pace e concordia; non ci sono più Peres e Rabin in Israele, ma c’è Netanyahu che sfiderebbe il mondo intero e si mostra convinto di poter battere chiunque. Tutto questo ci dovrebbe dimostrare che non è vero che la Storia (con la S maiuscola) pur fra alti e bassi va verso il meglio (“le magnifiche sorti e progressive”). Può andarci purché ci siano le persone giuste ai posti giusti. Ridateci Bill Clinton.

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