Rilancio dell’educazione

Parola di vescovo

Con senso di viva responsabilità, accompagnato da viva passione, i Vescovi italiani hanno vissuto la loro 61a Assemblea generale dal 24 al 28 maggio a Roma. Sono tornati venerdì scorso alle loro sedi con la gioia di comunicare alle Chiese particolari che sono in Italia gli Orientamenti pastorali per il decennio 2010-2020, dopo aver approvato il documento “Maestro, dove dimori?” – Discepoli di Gesù per educare nella verità dell’amore. Oggi, di fronte alla crescente complessità del mondo che cambia e a un trapasso culturale sempre più accentuato, si parla di “una grande emergenza educativa, confermata dagli insuccessi a cui troppo spesso vanno incontro gli sforzi di tanti genitori ed educatori per formare persone solide, capaci di collaborare con gli altri e di dare un senso alla propria vita” (Benedetto XVI, 21 gennaio 2008). Il Papa ha affrontato il tema più volte, con accenti carichi di forte passione e amore, in particolare verso le nuove generazioni. Gli Orientamenti pastorali non propongono un documento di carattere generale sull’educazione, bensì promuovono una verifica approfondita dell’impegno educativo della Chiesa quale necessario contributo al bene del Paese, in collaborazione con gli altri soggetti che operano in questo campo.Molteplici i temi trattati nella prolusione dell’Assemblea da parte del presidente della Cei, card. Bagnasco, a partire dal tema doloroso della pedofilia e delle sofferenze ad essa connesse, che anzitutto “vengono proprio dall’interno della Chiesa stessa”. Eppure, sotto gli attacchi del mondo che ci parlano dei nostri peccati, vediamo che è necessario fare penitenza. Ad evitare ogni esitazione “Pietro si è messo avanti a noi e si è caricato, per primo lui, la croce. Il Papa ci precede, e con mano ferma e paterna non cessa di indicare alla Chiesa il proprio centro, Cristo, a richiamarla con la parola e con l’esempio verso quella santità della vita che è vocazione di ogni battezzato e innanzitutto di ogni ministro di Dio”. Tra le questioni richiamate nella prolusione, la prima è stata quella demografica, dichiarando con forza che l’Italia sta andando “verso un lento suicidio”. Sono le cifre a provarlo:oltre il 50 per cento delle famiglie oggi è senza figli e ,tra quelle che ne hanno, la metà ha un figlio solo; soltanto il 5 per cento delle famiglie con prole ha tre o più figli. L’altra grande questione affrontata è quella del prossimo anniversario dell’Unità d’Italia: il Cardinale ha affermato che su tale evento occorre confrontarsi come persone adulte, in un dialogo sereno e intelligente. L’unità del Paese resta una conquista e un ancoraggio irrinunciabile: ogni auspicabile riforma condivisa, a partire da quella federalista, per essere un approdo giovevole, dovrà storicizzare il vincolo unitario e coerentemente farlo evolvere per il meglio di tutti. Puntando sul futuro, due realtà appaiono fondanti: la famiglia fondata su quel bene inalterabile che è il matrimonio tra un uomo e una donna; e il lavoro che è la risorsa. Il lavoro è tornato ad essere una preoccupazione che angoscia e per la quale i Vescovi chiedono un supplemento di sforzo e di cura all’intera classe dirigente del Paese: politici, imprenditori, banchieri e sindacalisti.

AUTORE: † Pietro Bottaccioli