Rinasce l’antica fonte

Dal 7 luglio all'8 gennaio 2006 Perugia e Orvieto saranno le sedi della mostra su 'Arnolfo di Cambio': a Perugia realizzò la fontana 'degli Assetati'

L’Umbria sarà di nuovo protagonista con un grande evento culturale: la mostra su ‘Arnolfo di Cambio. Una rinascita nell’Umbria medievale’, iniziativa che vedrà Perugia e Orvieto sede di due esposizioni che si preannunciano più che interessanti. Dal 7 luglio all’8 gennaio 2006, tanto durerà la mostra, l’Umbria intende così celebrare il VII centenario della morte del grande scultore. Il progetto espositivo, curato da Vittoria Garibaldi e Bruno Toscano, accanto alle preziose e rare testimonianze della scultura arnolfiana in Umbria, proporrà alcune opere pittoriche dei maggiori artisti del tempo, quali Cimabue, Duccio di Boninsegna e Giotto. Di Cimabue e Giotto saranno presenti due affreschi staccati provenienti dalla basilica di san Francesco di Assisi: del primo sarà esposto un grande Angelo, temporaneamente rimosso dalla tribuna della chiesa superiore per una verifica conservativa, dell’altro una Figura allegorica, proveniente dall’abside della chiesa Inferiore, conservato nel museo delle Belle arti di Budapest.Due dunque le sedi espositive: Perugia con la sala Podiani della Galleria nazionale dell’Umbria, Orvieto con la chiesa di sant’Agostino. A Perugia un’ intera sezione della Podiani sarà dedicata alla ricostruzione del contesto storico e politico tra XIII e XIV secolo, un periodo caratterizzato da grandi trasformazioni socio – culturali e artistiche legate soprattutto alla presenza nelle due città umbre della residenza papale. A testimonianza del fervore artistico che animò tale periodo, (tra Duecento e Trecento), l’esposizione sarà arricchita da paramenti sacri, oreficerie, codici miniati nonchè da documenti vari. Elemento di eccezionale rilievo sarà rappresentato dalla ricomposizione della fonte del ‘Grifo e del leone’ detta ‘Degli assetati’ opera monumentale che Arnolfo eseguì per il Comune di Perugia all’inizio del 1281, originariamente collocata nel lato della Piazza Grande opposto alla Fontana Maggiore: cinque i marmi superstiti che saranno inseriti in una dimensione architettonica suffragata da nuove indagini storico – documentarie. A completamento della ricostruzione della fontana saranno collocate anche le statue del Grifo e del Leone, (solitamente collocate nella sala del Malconsiglio del Comune) trasportate con una gru nella sala Podiani. Un’occasione, quella dello spostamento – è stato rilevato dalla soprintendente Vittoria Garibaldi nel corso della conferenza stampa – per pensare, una volta conclusa la mostra, ad una collocazione diversa delle due statue, più visibile a tutti. Ad Orvieto, la chiesa di sant’Agostino ospiterà, invece, una mostra sulle trasformazioni urbanistiche e culturali che culmineranno nel primo ventennio del Trecento nel cantiere del nuovo duomo. Tra gli oggetti esposti, oltre ad alcune opere provenienti dal Museo del Duomo, ci saranno anche una Maestà di Coppo di Marcovaldo nonché alcune parti lapidee non ricollocate, provenienti dal monumento di De Braye, insieme ad altre testimonianze artistiche che richiamano proprio l’ambiente cosmopolita del primo cantiere del duomo, il cantiere pontificio, fino all’arrivo ad Orvieto del ‘maestro sottile’ , il ‘secondo maestro del Duomo’. A corredo delle due esposizioni un itinerario di visita che interesserà la chiesa di San Domenico di Perugia, dove si trova il cenotafio di Benedetto XI attribuito a seguaci arnolfiani, e Orvieto con il monumento funebre al cardinal De Braye opera dello stesso Arnolfo. Una sezione a parte sarà dedicata alla ricostruzione dell”assenza’, cioè dell’entità del patrimonio, in rapporto a quanto si è conservato e perduto. Sarà a questo proposito possibile visitare la collezione di frammenti lapidei del museo Capitolare di Perugia, provenienti da monumenti perduti, un tempo esistenti in cattedrale.

AUTORE: Manuela Acito