La comunità di Astucci di Città di Castello ha ricordato Leopoldo ed Alice Franchetti con un evento dal titolo emblematico: “Il dovere della riconoscenza”. La giornata si è svolta in più fasi, aperte da una mostra didattica dei lavori storici degli allievi delle scuole della Montesca, Rovigliano ed Astucci allestita nei locali della canonica. Un folto pubblico ha seguito la conferenza tenuta da Elvio Ciferri, Marisa Borchiellini e Fabrizio Bordrini.
Giunto a Città di Castello nel 1882 quale deputato eletto nel Collegio regionale di Perugia del Regno d’Italia, Leopoldo Franchetti si dedicò, insieme alla moglie, la newyorchese Alice Hallgarten, a risollevare l’economia e la cultura dell’Alta Valle del Tevere, con particolare attenzione alle fasce più povere della popolazione.
Insieme avviarono e finanziarono attività, quali il laboratorio Tela umbra, gestito dalle stesse operaie, e le scuole di Rovigliano e della Montesca, la villa fatta costruire dal barone, fulcro di attività culturali e assistenziali di livello internazionale, quali la sperimentazione e la pubblicazione del metodo montessoriano.
Entrambi di origine ebraica, furono attenti a salvaguardare le radici culturali e religiose della zona, riscoprendo e mantenendo antiche tradizioni cristiane. In estrema coerenza con quanto teorizzato nei suoi studi sulla Questione meridionale e realizzato in collaborazione con Alice, Franchetti lascia nel suo testamento i poderi della Montesca e Rovigliano ai suoi contadini e la villa Montesca alle maestre.
Sulla base di questi fatti straordinari, che l’ha profondamente coinvolta, la comunità di Astucci e Rovigliano propone di rendere nuovamente fruibile l’edificio della scuola di Rovigliano, per custodirne le memorie concrete e adibirlo a sede di studio e divulgazione, e di inserire la zona nel percorso dei Sentieri francescani.
Marisa B. Conti