San Domenico recuperato: riapre un gioiello d’arte sacra

Tantissimi i fedeli che hanno partecipato alle celebrazioni per l'inaugurazione della chiesa

Alla riapertura della chiesa di San Domenico ha partecipato la folla delle grandi occasioni, a conferma dell’attenzione con la quale la comunità eugubina, e non solo, ha seguito il recupero del monumentale tempio, oltretutto un vero e proprio scrigno di preziosi manufatti dell’arte locale: dagli affreschi tre-quattrocenteschi della bottega del Nelli, ai Tre regni di Felice Damiani (1603), al coro cinquecentesco, in parte intarsiato da Pierangelo di Antonio e in parte dorato. Dopo aver ringraziato la Regione dell’Umbria, la Soprintendenza, i progettisti e le imprese che hanno eseguito i lavori, il vescovo di Gubbio, mons. Pietro Bottaccioli, nel corso dell’omelia, ha ripercorso brevemente la storia dell’edificio sacro. “Le nostre chiese – ha aggiunto – sono lo spazio sacro, in mezzo alle case, per l’incontro con Dio e l’amministrazione dei sacramenti. Ma la fede non può consumarsi solo nel tempio recuperato, ma deve aprirsi anche al quartiere, alla città e al mondo. Dobbiamo passare dalla pastorale del tempio alla pastorale del territorio”. Mons. Bottaccioli, che a San Domenico è stato parroco a cavallo tra gli anni Sessanta e i Settanta, ha inviato “un augurio sincero a tutto il quartiere e alla parrocchia di San Martino”. Una comunità – ha aggiunto – che ringraziamo per i quattro sacerdoti che ha donato alla diocesi negli ultimi anni: don Mauro e don Giuliano Salciarini, don Sergio Mangoni e don Luca Lepri. Un grazie anche al parroco don Venanzio per tutto quello che ha fatto in questi anni di disagi e precarietà”. Il recupero nel suo complesso è stato illustrato in termini dettagliati da Carla Bartelli, della Soprintendenza ai beni culturali di Perugia, con una introduzione che dice tutto: “abbiamo rimosso tutte le impalcature dei lavori e abbiamo riscoperto questo gioiello”. Il nostro – ha ricordato – è stato un lavoro armonico tra vari soggetti e istituzioni, tra progettisti, tecnici e imprese”. Ha ripercorso la storia del tempio ed accennando ai vari problemi incontrati ha aggiunto: “Non è stato facile intervenire su San Domenico, se si considera ad esempio che la copertura del tetto ha una superficie di duemila metri: un dato che ci dà la misura delle grandi dimensioni di fronte alle quali ci siamo trovati a compiere i lavori”. A proposito della facciata, uno degli argomenti più delicati per qualche critica sollevata ha sottolineato: “Avevamo elementi certi sui progetti per le lesene e le paraste, che abbiamo in parte realizzato in laterizio e malte in modo totalmente reversibile. Anche la didattica è importante e questo è stato lo scopo del nostro progetto per la facciata”. Prima della messa, celebrata dal Vescovo con l’animazione musicale della Corale “Giuseppe Verdi”, è intervenuto anche il sindaco di Gubbio, che ha espresso la soddisfazione della città, annunciando che “sotto la nostra responsabilità cercheremo di venire appresso con i lavori dell’ex seminario, altro gioiello del quartiere di San Martino”. Un breve saluto l’ha rivolto ai presenti anche Vittoria Garibaldi, soprintendente per i beni architettonici e per il paesaggio, per il patrimonio storico, artistico dell’Umbria.

AUTORE: Giampiero Bedini