San Francesco vive. L’ostensione delle spoglie mortali del Santo. Attesi migliaia di pellegrini da tutto il mondo

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La tomba di san Francesco
La tomba di san Francesco nella basilica di San Francesco ad Assisi

Dal 22 febbraio al 22 marzo 2026 ci sarà la prima ostensione pubblica delle spoglie mortali di San Francesco. Un percorso di fede e spiritualità in più lingue condotto dai frati, con un’attenzione particolare all’inclusione delle persone con disabilità

Per la prima volta nella storia, il corpo di san Francesco sarà visibile a tutti. Quest’evento è stato annunciato ufficialmente ad Assisi, il 4 ottobre 2025, giorno della festa del Santo Patrono d’Italia, dalla loggia del Sacro Convento della Piazza inferiore, davanti ai pellegrini radunati per le celebrazioni francescane. L’ostensione pubblica delle spoglie mortali del Santo si terrà dal 22 febbraio al 22 marzo 2026.

L’ostensione del corpo di san Francesco nell’ottavo centenario della morte

L’evento si inserisce nel cammino dell’ottavo centenario della morte di san Francesco (1226-2026) – si legge in una nota della Sala Stampa del Sacro Convento -. Il corpo di san Francesco sarà visibile a tutti, un dono straordinario, un invito profondo alla preghiera e un’opportunità per vedere il Vangelo di Cristo vissuto fino in fondo nella vita di una persona come noi.

Quest’ostensione, radicata nel tema evangelico del seme che muore per portare frutto nell’amore e nella fraternità, ci invita a considerare la vita del Santo, che continua a portare frutto dopo 800 anni e a ispirare l’umanità intera sulla via della pace, della fraternità, del servizio agli ultimi, della gioia e della cura del creato.

L’ottavo centenario della morte di San Francesco, nel 2026, è un tempo di memoria e rinnovamento. Non celebriamo la morte, ma riconoscendola “sorella” con san Francesco, celebriamo la vita che sboccia a partire dal dono e dall’offerta di sé.

Come ci ha insegnato Gesù (cfr Gv 12,24), la vita di Francesco, donata per amore a Cristo e ai fratelli e alle sorelle che incontrava, è un seme gettato nella terra che continua a generare frutti di pace, fede e amore. È in questo spirito che, grazie all’approvazione concessa dal Santo Padre Leone XIV tramite la Segreteria di Stato vaticana, si procederà all’ostensione pubblica dei suoi resti mortali.

Un tesoro svelato

Dal 22 febbraio al 22 marzo 2026, la Basilica di San Francesco ad Assisi custodirà un tesoro svelato. Sarà un’occasione unica per sostare in preghiera davanti alle spoglie di colui che è stato chiamato l’“alter Christus” perché immagine autentica di Cristo, specchio vivente del Vangelo.

Un’esperienza che ci chiama a riconoscere come il dono di noi stessi nell’amore, mentre ci consuma, quando è vissuto in unione con Cristo, diventa il passaggio alla pienezza della Vita, che è la comunione con Dio Padre e con tutta l’umanità per l’azione dello Spirito santo- amore, principio e compimento dell’unità.

Un seme di speranza per il nostro tempo

“L’ostensione del corpo di San Francesco – ha dichiarato fra Giulio Cesareo, OFMConv, direttore dell’Ufficio comunicazione della Basilica di san Francesco in Assisi – non è solo un evento devozionale, ma un messaggio potente per i credenti e per la nostra società nel suo complesso. Ci ricorda che da una vita donata può nascere una fecondità inaspettata.

Francesco vive, e il suo spirito continua a operare in mezzo a noi, chiamandoci a essere costruttori di pace, custodi del creato e testimoni di un amore che non muore. Prepariamoci a vivere insieme questo straordinario momento di grazia, per lasciarci ispirare ancora una volta dalla vita e dalla persona di Francesco d’Assisi”.

Il luogo dell’ostensione e la storia della tomba di san Francesco

Il corpo di san Francesco sarà spostato dalla sua tomba, situata nella cripta, e deposto ai piedi dell’altare papale della chiesa inferiore della Basilica di San Francesco.

La storia della tomba di san Francesco è essa stessa un racconto di fede e devozione. Dopo la sua morte, il corpo fu reso inaccessibile al di sotto dell’altare maggiore della Basilica per impedire eventuali trafugamenti. Rimase celato per secoli, fino a quando, dopo una lunga e difficile ricerca, fu finalmente ritrovato nella notte tra il 12 e il 13 dicembre 1818. La prima ricognizione ufficiale avvenne nel 1819, confermando l’identità delle spoglie del Poverello.

Da allora, altre ricognizioni hanno permesso di studiare e preservare questo prezioso corpo. Quella del 1978, in preparazione al 750° anniversario della sua morte, e la più recente del 2015, hanno offerto nuove conoscenze scientifiche, ma soprattutto hanno rinnovato la certezza che quel corpo, consumato dalla malattia e dalle stigmate, è un segno potente dell’amore che lo ha animato.

Oggi, vedere quelle spoglie significa toccare con mano la concretezza del Vangelo vissuto fino in fondo.

Come partecipare all’ostensione, momento di grazia

Per garantire a ciascun fedele un’esperienza raccolta e significativa, è stato predisposto un sistema di prenotazione gratuita e obbligatoria online, a partire dal 4 ottobre, sul sito del centenario: www.sanfrancescovive.org predisposto sia in lingua italiana che inglese, dove si possono avere anche informazioni dell’evento dell’ostensione.

Questo permetterà di gestire i flussi e di offrire a ogni singolo fedele, famiglia o gruppo un momento di quiete e venerazione ordinata.

Prenotazione e modalità di visita

La venerazione del corpo del Santo sarà un percorso accessibile a tutti, pensato per favorire l’incontro personale e comunitario. La venerazione potrà essere vissuta in due modi (che vanno scelti al momento della prenotazione) a seconda delle fasce orarie:

A. In gruppo e accompagnati da un frate: costui accompagnerà le persone (radunate secondo criteri di uniformità linguistica) con una breve meditazione, aiutando a cogliere il senso spirituale dell’esperienza.

B. In maniera individuale: un momento di preghiera personale e silenziosa.

L’esperienza della venerazione accompagnata sarà disponibile in diverse lingue: italiano, inglese, spagnolo, tedesco e polacco (per altre lingue, bisognerà fare una richiesta specifica via mail a info@sanfrancescovive.org

Al termine del percorso di venerazione, seguirà un breve rito liturgico e ogni partecipante riceverà un dono, segno e memoria tangibile di questo incontro, da parte della comunità dei frati.

Per favorire la partecipazione delle persone con disabilità motorie o visive sono previsti dei percorsi idonei. È necessario però indicare nel formulario della prenotazione – gratuita e obbligatoria – la presenza di persone con disabilità motoria, ipovedenti o cieche.

Celebrazioni e accoglienza

Per arricchire l’esperienza dei pellegrini, dal lunedì al sabato nella chiesa superiore della Basilica di San Francesco si terranno due Sante Messe internazionali (ore 11 e ore 17). Ci saranno inoltre alcune esperienze di venerazione serali comunitarie organizzate per famiglie, religiose e religiosi, membri dell’Ordine francescano secolare, persone con disabilità, ecc.

Festa di san Francesco. Il saluto del vescovo di Assisi Domenico Sorrentino all’Abruzzo, la regione che ha donato quest’anno l’olio per la lampada sulla tomba del Santo

La festa di san Francesco del 4 ottobre 2025, il cui programma è stato diffuso dal nostro settimanale, ogni anno vede una Regione d’Italia presente ad Assisi portando in dono l’olio per la lampada sulla tomba del Santo. Nell’occasione, il vescovo di Assisi, monsignor Domenico Sorrentino ha rivolto agli amici abruzzesi il suo cordiale saluto con queste parole: “Vorrei esprimervi la mia ammirazione per la testimonianza che ci avete dato.

Avete davvero rappresentato tutta l’Italia, dimostrando quanto la nostra nazione ami il suo Patrono. Abbiamo appena ricevuto dal Presidente del Consiglio la buona notizia del ripristino della festa civile di San Francesco, e ciò come risultato di un accordo tra tutti i partiti in Parlamento. Una specie di “miracolo”, nell’Italia litigiosa a cui ci hanno abituato le nostre cronache”. 

San Francesco costruttore di pace. La pace è possibile. La pace è un dovere!

“Siamo stati insieme a pregare – ha proseguito monsignor Sorrentino – mentre molti nostri concittadini manifestavano per le strade invocando la pace, soprattutto a Gaza e in Ucraina. Troppe guerre, troppo sangue, troppe macerie nel mondo.

Tra qualche giorno arriverà qui la tradizionale marcia Perugia-Assisi, per mettere sotto gli occhi, per così dire, di san Francesco la causa della pace. Il nostro Santo d’Assisi è stato un grande costruttore di pace. Guardandolo, dobbiamo dire: la pace è possibile. La pace è un dovere!

La condizione della pace tra le nazioni passa certamente dai governanti e dai parlamenti. Ma essa richiede anche una nuova cultura e una nuova coscienza. Richiede che le armi non siano più un buseness, ma qualcosa di orrendo da diminuire sempre di più nell’economia del mondo, facendo di quest’ultima un’economia di pace e non di guerra.

Costruire la pace a partire dai cuori, dalle relazioni quotidiane e dalla famiglia

La pace richiede anche di essere costruita ancor prima che tra le nazioni, nei nostri cuori e nelle nostre relazioni quotidiane, a partire dalla famiglia. Per favore, facciamo il nostro sforzo comune per essere uomini e donne di pace, ricordando che la fonte della pace è Gesù. È lui che ha detto: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace”.

A questo   pensava San Francesco quando salutava con le parole: “Il Signore ti dia pace”. San Francesco, Santa Chiara e tutti i nostri santi, fino al giovane San Carlo Acutis, recentemente canonizzato, ci lasciano questa consegna.

Che il vostro cuore e la vostra regione, cari fratelli e sorelle abruzzesi, siano pieni di pace. Lavoriamo insieme per costruire la pace. Facciamo pressione, in modo democratico e pacifico, sui nostri politici, affinché rifiutino la politica delle armi e camminino insieme sulle orme di san Francesco, costruttore di pace. Dio benedica l’Abruzzo”.

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