San Francesco nei lebbrosi incontrò Cristo vivente

Il centenario della conversione di Francesco si chiude là dove tutto era iniziato: dall'amore per i lebbrosiv

La chiesetta romanica di Santa Maria Maddalena (in origine probabilmente denominata di San Lazzaro), a circa un chilometro di distanza dal santuario del Sacro Tugurio di Rivotorto, lungo la strada che conduce a Santa Maria degli Angeli, viene dai più considerata – con la chiesa di San Rufino in Arce, un centinaio di metri più lontana – il luogo destinato in Assisi, al tempo di San Francesco, all’ospedale principale dei lebbrosi. Molti sono gli elementi che portano a stabilire che quello sia stato il luogo non solo del primo incontro di san Francesco con il lebbroso ma anche il luogo della sua scelta di vivere con i lebbrosi, come ci testimoniano san Bonaventura e altre Fonti francescane. Che l’incontro con i lebbrosi sia stato il primo passo, l’inizio dell’ammirabile avventura di Francesco, lo conferma egli stesso proprio all’inizio del suo Testamento: ‘Il Signore diede a me, frate Francesco, d’incominciare a fare penitenza così: quando ero nei peccati mi sembrava cosa troppo amara vedere i lebbrosi e il Signore stesso mi condusse tra loro e usai con essi misericordia. E allontanandomi da essi, ciò che mi sembrava amaro mi fu cambiato in dolcezza di animo e di corpo. Poi stetti un poco e uscii dal mondo’. Nella memoria del Santo l’abbraccio al lebbroso, meglio: il porsi al servizio dei lebbrosi e la vita condivisa con essi, occupano un posto determinante, tanto da essere considerati come la tappa iniziale della sua conversione. Secondo il Testamento sembra quasi che nella memoria di Francesco quell’esperienza avesse preso il posto dell’incontro con il Crocifisso di San Damiano; l’esser cioè passato da un incontro con un Crocifisso dipinto su una tavola di legno ad un Crocifisso ‘vivo e presente’ in quel volto o in tutti quei volti sfigurati dalla lebbra. I lebbrosi in Assisi al tempo di san FrancescoSiamo a conoscenza delle norme inesorabili previste dagli Statuti comunali per i lebbrosi in Assisi nel Medioevo. I colpiti da lebbra compaiono chiusi nelle loro cappe e tuniche di gattinello, stanati dai loro rifugi, inseguiti a gran corsa dai custodi del Podestà, trafelati col marcio che cola lungo il viso, dove la rabbia combatte la paura. Chi assisteva i lebbrosi negli ospedali, aveva il diritto di andare armato; i lebbrosi potevano vendere i beni solo fra loro; entrando nell’ospedale dei lebbrosi dovevano rinunciare a tutto. Erano gli statuti della civiltà di allora che sancivanoo questi diritti e questi doveri. San Francesco e i primi compagni al servizio dei lebbrosiSan Bonaventura ci tramanda che Francesco, prima della conversione ‘aborriva non solo la compagnia dei lebbrosi, ma perfino il vederli da lontano. Dopo, a causa di Cristo crocifisso che, secondo le parole del profeta, ha assunto l’aspetto spregevole di un lebbroso, li serviva con umiltà e gentilezza, nell’intento di raggiungere il pieno disprezzo di se stesso. Visitava spesso le case dei lebbrosi; elargiva loro generosamente l’elemosina e con grande compassione ed affetto baciava loro le mani e il volto’. Il Santo fondatore desiderava che di tempo in tempo tutti i suoi frati si dedicassero a questo servizio e ivi mettessero il fondamento della santa umiltà. Perfino ai nobili e alle persone delicate che si presentavano per essere ammessi all’Ordine, Francesco faceva riflettere che avrebbero dovuto abitare nei lazzaretti e servire umilmente i lebbrosi. Nella Regola ordinava anzi, che in caso di evidente necessità, i frati potessero raccogliere elemosine per i lebbrosi. Lebbra: ne dibattono francescani, teologi e Aifo L’VIII centenario della conversione di san Francesco si concluderà con un convegno incentrato sull’evento che segnò la svolta definitiva nella vita del Poverello: l’amore per i lebbrosi. Si intitola infatti ‘E usai con essi misericordia… San Francesco e il servizio ai malati di lebbra’ il convegno di studio che si terrà tra Assisi e Rivotorto nei giorni 1-2 marzo, organizzato dal Sacro Convento, dal convento di Rivotorto, dall’Istituto teologico di Assisi, dall’istituto Camillianum di Roma e dall’associazione Aifo impegnata nella lotta a questa malattia secondo lo spirito di Raoul Follereau. Il convegno si snoderà intorno alla problematica della lebbra tra storia e attualità.

AUTORE: P. Egidio Canil, ofm conv